(Rinnovabili.it) – C’è un altro modo per morire di fracking: il tumore al polmone provocato dalle fughe di radon. Non bastavano le 700 sostanze chimiche usate nei fluidi iniettati nel terreno, le perdite di metano che inquinano le falde e le emissioni prodotte dalle migliaia di camion che portano su ciascun pozzo tutto l’occorrente per la fratturazione idraulica. Un nuovo studio, pubblicato giovedì scorso sulla rivista Environmental Health Perspective, ha trovato una correlazione inquietante tra gli alti livelli di gas radon nelle abitazioni in Pennsylvania e la tecnica di estrazione del gas da scisti, settore esploso in USA negli ultimi dieci anni.
Il radon è un gas radioattivo e cancerogeno se inalato, in quanto emettitore di particelle alfa. Si stima che sia la seconda causa di tumore al polmone dopo il fumo di sigaretta e 20 mila persone ne muoiono ogni anno nell’UE, di cui 3 mila in Italia. La maggior parte si trova in formazioni rocciose sotterranee.
I ricercatori, provenienti diversi istituti di ricerca e università americane, hanno analizzato i livelli di radon in 860 mila edifici dal 1989 al 2013. Così hanno scoperto che le abitazioni nei pressi dei giacimenti di gas sfruttati dall’industria presentavano alte concentrazioni di radon. Circa il 42% dei campionamenti hanno fatto registrare livelli superiori alle soglie di sicurezza. Un prova ancora più indicativa delle probabili colpe del fracking è il picco di radon registratosi a partire dal 2004. Proprio a ridosso di un aumento esponenziale delle trivellazioni per il gas da scisti. I 7 mila buchi scavati dall’industria del gas in Pennsylvania potrebbero, secondo gli esperti, aver modificato la geologia e creato nuovi percorsi la risalita in superficie del radon. Il fracking prevede la perforazione del terreno a profondità di 2-3 mila metri, ed è così che potrebbe essere avvenuto il rilascio nell’atmosfera di gas radioattivo intrappolato nelle rocce.
Il team di ricerca ha anche sollevato preoccupazioni per il Colorado, altro Stato in cui il fracking sta vivendo un boom, mentre uno studio pubblicato dalla US Geological Survey nel 2012 ha scoperto che le radiazioni nell’acqua dell’Appalachian Basin, in zone dello stato di New York e della Pennsylvania adiacenti a uno dei più grandi giacimenti di gas, il Marcellus Shale, era insolitamente alto.