Presentato come il regolamento più restrittivo del mondo, la legge tedesca sul fracking solleva dubbi sulla parzialità degli esperti tra gli ambientalisti
(Rinnovabili.it) – In Germania è arrivato il progetto di legge sul fracking. Lo ha diffuso proprio stamattina il gabinetto della cancelliera, Angela Merkel, che impone regolamenti sulla tecnica controversa di trivellazione del suolo. Si potrà fare fracking solo a una profondità superiore ai 3.000 metri, ma perforazioni di prova potranno essere effettuate più vicino alla superficie. Un gruppo di sei esperti deciderà se la fratturazione idraulica prima dei 3.000 metri è sicura: una volta dato l’ok, si potrà bucare anche per scopi commerciali dal 2019.
L’opposizione è forte in un Paese densamente popolato come la Germania, a causa delle preoccupazioni dell’opinione pubblica circa la contaminazione dell’acqua potabile con sostanze chimiche tossiche. Sono più di 700 – le ha censite l’EPA venerdì scorso – quelle che fanno parte del mix di fluidi iniettato ad altissima pressione nel terreno, per liberare il gas intrappolato nelle rocce impermeabili chiamate scisti bituminosi.
«Proteggere la salute e l’acqua potabile sono le priorità – ha detto il ministro dell’Ambiente tedesco, Barbara Hendricks, in una conferenza stampa – Per questo motivo, vogliamo evitare il fracking, per quanto possibile».
Ed è qui che sta l’ambiguità: per quanto il governo giuri che la nuova legge – la quale ora passerà al Parlamento per l’approvazione – imporrà un divieto assoluto di fracking per lo shale gas nei prossimi anni, restano perplessità.
Ecco perché il fracking fa paura ai Verdi tedeschi
La legge è più debole rispetto ai punti chiave fissati dai ministeri dell’Ambiente e degli Affari economici la scorsa estate. Il provvedimento scritto allora, prevedeva infatti un divieto assoluto di estrazione del gas da scisti fino al 2021: due anni in più rispetto al nuovo progetto di legge. L’unica eccezione riguardava sporadiche trivellazioni campione basate su evidenze scientifiche. Dopo il periodo di divieto, le restrizioni sarebbero state rivalutate sulla base di nuove prove scientifiche.
Ma il governo ha cambiato le carte in tavola, anticipando di due anni le scadenze. Per questo molti ambientalisti restano scettici. Senza contare che la commissione tecnica che si occuperà di valutare la sicurezza del fracking sopra i 3.000 metri è stata accusata di faziosità, oltre che di metodologia non partecipativa né democratica. Tre dei sei membri, infatti, prima di entrare a farne parte, avevano già espresso il loro sostegno a questa tecnologia.