Il presidente americano, all’Università di Chicago, ha sottolineato l’importanza di continuare con la strategia energetica che prevede il fracking
«Per la prima volta negli ultimi 20 anni, oggi produciamo più petrolio di quello che compriamo dagli altri Paesi – ha detto – Lo stiamo facendo tanto in rapidamente che due anni fa avevo fissato un obiettivo: tagli.are le importazioni del 50% nel 2020. Invece lo raggiungeremo quest’anno».
Agli ambientalisti è sembrata una gran sviolinata in onore del fracking, anche perché il presidente ha considerato le riserve di gas naturale come fonte di molti nuovi posti di lavoro. Stime che sono parecchio dibattute, dato che i critici rilevano come gran parte di questi posti siano legati in maniera molto marginale con l’estrazione del gas naturale. Un fatto che gonfierebbe le cifre cui si appoggia il governo. In Ohio, ad esempio, dove il fracking e diventato più popolare dell’hamburger, la rete di impiego è praticamente inesistente. Senza contare che queste pratiche possono danneggiare settori come l’agricoltura o il turismo, e che la forza lavoro legata alla fratturazione idraulica è spesso composta da persone che vivono spostandosi di frequente da uno Stato all’altro. Il rapido esaurimento dei giacimenti, infatti, porta le compagnie a continui spostamenti sul territorio, in cerca di nuove aree da trivellare.
«Plaudendo al gas naturale – ha criticato Kate DeAngelis, attivista di Friends Of the Earth – il presidente Obama ha rinnovato il suo impegno per una strategia energetica insostenibile, dimostrando solo apparentemente attenzioni per il settore delle rinnovabili. Se fosse veramente interessato alla crisi climatica, l’unica cosa che farebbe del gas sarebbe lasciarlo nel terreno».