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Obama: una nuova ode al fracking

Il presidente americano, all’Università di Chicago, ha sottolineato l’importanza di continuare con la strategia energetica che prevede il fracking

Fracking Obama ne canta le lodi all'università.(Rinnovabili.it) – Ha parlato del lavoro, dell’immigrazione, della sanità e… del fracking. Nel suo discorso di stamattina alla Northwestern University di Chicago, il presidente degli Stati Uniti Obama ha rivendicato la sua politica “all of the above” (basata sulla diversificazione delle fonti energetiche) che ha frustrato i sostenitori delle energie rinnovabili e di un’azione immediata contro il cambiamento climatico. Obama ha poi rimarcato la necessità di ridurre le importazioni di petrolio, ricordando che l’America adesso è il primo produttore di oro nero e relativi gas al mondo, senza badare all’impatto in termini di CO2 che ciò comporta.

 

«Per la prima volta negli ultimi 20 anni, oggi produciamo più petrolio di quello che compriamo dagli altri Paesi – ha detto – Lo stiamo facendo tanto in rapidamente che due anni fa avevo fissato un obiettivo: tagli.are le importazioni del 50% nel 2020. Invece lo raggiungeremo quest’anno».

Agli ambientalisti è sembrata una gran sviolinata in onore del fracking, anche perché il presidente ha considerato le riserve di gas naturale come fonte di molti nuovi posti di lavoro. Stime che sono parecchio dibattute, dato che i critici rilevano come gran parte di questi posti siano legati in maniera molto marginale con l’estrazione del gas naturale. Un fatto che gonfierebbe le cifre cui si appoggia il governo. In Ohio, ad esempio, dove il fracking e diventato più popolare dell’hamburger, la rete di impiego è praticamente inesistente. Senza contare che queste pratiche possono danneggiare settori come l’agricoltura o il turismo, e che la forza lavoro legata alla fratturazione idraulica è spesso composta da persone che vivono spostandosi di frequente da uno Stato all’altro. Il rapido esaurimento dei giacimenti, infatti, porta le compagnie a continui spostamenti sul territorio, in cerca di nuove aree da trivellare.

 

«Plaudendo al gas naturale – ha criticato Kate DeAngelis, attivista di Friends Of the Earth – il presidente Obama ha rinnovato il suo impegno per una strategia energetica insostenibile, dimostrando solo apparentemente attenzioni per il settore delle rinnovabili. Se fosse veramente interessato alla crisi climatica, l’unica cosa che farebbe del gas sarebbe lasciarlo nel terreno».