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Fracking incluso nelle nuove mappe del rischio sismico

La decisione dei geologi arriva dopo l’impennata delle scosse dovute alla reiniezione nel sottosuolo delle acque di produzione usate per il fracking

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(Rinnovabili.it) – I terremoti causati dal fracking sono aumentati al punto da convincere gli esperti a inserirli per la prima volta nelle mappe del rischio sismico negli Stati Uniti. Lo ha affermato la US Geological Survey, a seguito di un boom delle scosse registrate in Oklahoma nel 2015 e generate dallo smaltimento sotterraneo delle acque di produzione utilizzate dall’industria del gas.

Le mappe di rischio sismico sono utilizzate dai funzionari che si occupano della gestione delle emergenze, nonché dalle principali associazioni di ingegneria e progettazione del Paese per guidare come forte per costruire edifici.

«Includendo gli eventi indotti dall’uomo, la nostra valutazione dei rischi è cresciuta significativamente in alcune parti degli Stati Uniti» ha detto Mark Petersen, capo del Progetto di mapping dell’USGS.

Secondo i geologi USA, circa 7 milioni di persone nella zona centrale e orientale degli USA vivono o lavorano nelle zone minacciate dalla sismicità indotta. In alcune parti di queste regioni, i danni causati dai terremoti potrebbero essere pari a quelli osservati nelle regioni ad alto rischio della California.

 

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Gli Stati in cui il rischio sismico è maggiore sono, nell’ordine, Oklahoma, Kansas, Texas, Colorado, New Mexico e Arkansas. In particolare, lo scorso anno l’Oklahoma è stato scosso da 907 terremoti di magnitudo 3.0 o superiore. Nel 2008 erano 2 soltanto. A febbraio 2016 un sisma di magnitudo 5.1, il terzo più intenso mai registrato nello Stato, ha scosso la zona intorno a Fairview.

A provocare gli eventi tellurici è la reiniezione, nelle profondità della terra, dei liquidi precedentemente sparati ad altissima pressione nei pozzi con l’intento di spaccare gli scisti bituminosi, rocce impermeabili che contengono il gas. Questi fluidi, composti da acqua, sabbia e sostanze chimiche – molte delle quali tossiche – vengono parzialmente risucchiati insieme al gas. Una volta recuperati gli idrocarburi, i liquidi vengono definitivamente smaltiti in formazioni rocciose profonde.

Il governo dell’Oklahoma, meno di un anno fa, ha dovuto riconoscere il collegamento tra fracking e terremoti. L’Ufficio Energia e Ambiente dello Stato ha creato un sito web che pubblica le prove a supporto di questa tesi. Esso include una mappa interattiva che segnala non solo i luoghi colpiti dai sismi, ma anche i siti di oltre 3.000 pozzi attivi di smaltimento delle acque reflue.