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Fracking, Londra bara sui danni e si fa beffe dei cittadini

Fracking, Londra bara sui danni e si fa beffe dei cittadini

Fracking, Londra bara sui danni e si fa beffe dei cittadini

 

(Rinnovabili.it) – La Gran Bretagna ha intenzionalmente tenuto nascosti i danni del fracking per la salute e l’ambiente, con lo scopo di facilitare le compagnie nell’avvio delle trivellazioni. È quanto emerge da documenti resi pubblici da Greenpeace, che li ha ottenuti tramite formale richiesta secondo il Freedom of Information Act inglese.

Al centro dello scandalo c’è un rapporto sugli effetti della fratturazione idraulica estremamente controverso, che Londra era stata costretta a pubblicare nel 2014. Prima di renderlo pubblico, però, il governo lo aveva abbondantemente censurato. Impossibile per i cittadini – ma anche per le amministrazioni locali – farsi un quadro chiaro della situazione. Proprio per questo motivo le autorità del Lancashire avevano chiesto, nel giugno del 2015, di poter accedere alla versione completa del report. Un passo che consideravano necessario, perché in quelle settimane dovevano decidere se rilasciare o meno un permesso a Cuadrilla, azienda attiva nell’estrazione di shale.

 

Fracking, Londra bara sui danni e si fa beffe dei cittadini
L’ex ministra Andrea Leadsom

Le carte ottenute da Greenpeace dimostrano che l’allora ministra dell’Energia Andrea Leadsom ha fatto pressioni affinché il report integrale fosse rilasciato con molto ritardo. “Non facciamo nulla prima che venga presa la decisione su Cuadrilla”, si legge in una mail proveniente dal ministero che riporta l’ordine partito d Leadsom. E così infatti è stato. Due giorni dopo la decisione del Consiglio del Lancashire ecco spuntare il rapporto, in cui il dipartimento per la tutela dell’Ambiente sottolineava che lo sviluppo delle attività di fracking avrebbe portato a un crollo dei prezzi delle case e influito sull’ambiente e sulla salute umana.

Le autorità, per precauzione, avevano scelto di negare l’autorizzazione a Cuadrilla. Ma lo scorso ottobre il governo ha infine ribaltato tutto, accogliendo un ricorso dell’azienda e andando contro il forte movimento di protesta contro la fratturazione idraulica che, nel frattempo, si è formato in UK. Altre mail svelate da Greenpeace, inoltre, dimostrano che il governo è ben consapevole di usare due pesi e due misure: quando si tratta di parchi eolici, le comunità locali possono avere voce in capitolo; quando invece si discute di shale gas gli inglesi devono stare zitti. Mentre in Scozia è in vigore una moratoria, il governo di Theresa May ha annunciato di voler sfruttare questi idrocarburi non convenzionali.

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