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Fracking: il NO dei birrai tedeschi

L’associazione dei produttori di birra è scesa in campo per protestare contro la tecnica di estrazione di petrolio e gas, che potrebbe danneggiare seriamente una delle industrie più floride del Paese

Fracking: il NO dei birrai tedeschi (Rinnovabili.it) – All’indomani delle dichiarazioni del commissario europeo per l’energia Guenther Oettinger, che ha esortato la Germania a sviluppare un quadro normativo per avviare delle trivellazioni di prova, non sono solo le associazioni ambientaliste ad essere scese in campo contro il fracking.

Anche una delle più potenti lobby del Paese ha infatti deciso di dire la sua: si tratta della Brauer-Bund, più precisamente l’associazione dei birrai tedeschi, preoccupata che tale tecnica di estrazione di petrolio e gas, utilizzando miscele chimiche per frantumare le rocce, possa contaminare le falde acquifere e violare così la regola che fissa i criteri di purezza della birra, che conta oramai quasi 500 anni.

 

In base alla “Reinheitsgebot“, o “legge sulla purezza” i birrai tedeschi possono infatti utilizzare per la produzione della bevanda solo malto, luppolo, lievito e acqua. “L’acqua deve essere pura e più della metà dei birrai tedeschi hanno i propri pozzi proprio nelle aree che il governo ha individuato come idonee per il fracking“, ha affermato un portavoce della Brauer-Bund. “Non si può avere la certezza che l’acqua non venga inquinata da sostanze chimiche, per cui abbiamo chiesto al governo di svolgere ulteriori ricerche prima di andare avanti con una legge sul fracking“, ha aggiunto.

 

E a testimonianza dei danni potenziali che la fratturazione idraulica potrebbe causare all’industria della bevanda più amata del Paese, ecco alcuni dati: la Germania è il più grande produttore europeo di birra ed ospita più di 1.300 fabbriche che producono circa 5.000 diverse varietà della bevanda al malto;  questo significa che un bevitore potrebbe sceglierne una diversa ogni giorno per 13,5 anni, sottolinea la Brauer-Bund.

Con le prossime elezioni fissate per settembre 2013, sembra proprio che i produttori di birra possano tirare un sospiro di sollievo per qualche mese: è molto probabile, infatti, che ad approvare la legge sul fracking sarà direttamente il prossimo governo.