(Rinnovabili.it) – Un altro chiodo nella bara dell’industria dello shale gas britannico è stato piantato ieri, dopo che il governo gallese ha annunciato di voler introdurre una moratoria sul fracking. I ministri all’Assemblea del Galles hanno confermato che sosterranno una mozione che blocca i piani di perforazione fino a quando le ricadute sanitarie e ambientali non saranno adeguatamente studiate e comprese. La mossa politica arriva pochi giorni dopo l’analoga decisione del governo scozzese. Le decisioni in merito alla trivellazione per il gas da scisti in Galles rimangono in capo al Parlamento Uk, ma i ministri gallesi hanno chiesto che vengano trasferiti, e si attende una decisione in merito il prossimo mese. Alcune domande di perforazione esplorativa sono già state approvate nel Vale of Glamorgan, distretto del Galles meridionale, dopo un iniziale rifiuto da parte del consiglio locale.
Dopo l’annuncio del governo gallese, Donna Hume, attivista di Friends of the Earth ha dichiarato che «il governo Westminster deve recuperare il ritardo con la Scozia, il Galles e molte altre aree del mondo votando una moratoria sul controverso fracking, un male per il clima che comporta gravi rischi per la salute e l’ambiente. È il momento per il governo di smettere di foraggiare questo settore dannoso e impopolare e dare priorità all’efficienza energetica e alle energie rinnovabili».
Simon Clydesdale, di Greenpeace, ha aggiunto: «I ministri pro-fracking di Westminster sono sempre più isolati e fuori dal mondo, visto che sia la Scozia che Galles hanno sbattuto la porta in faccia all’industria. Mentre i vertici di Westminster proseguono il cammino, mano nella mano con l’industria del gas da scisti, i leader di Germania, Francia, Stato di New York e ora Scozia e Galles stanno ascoltando le loro comunità mettendo un freno a questa sporca e rischiosa industria dei combustibili fossili».
Il Regno Unito è in questo momento uno dei Paesi d’Europa in cui il dibattito sul fracking è più acceso: la conquista di due “roccaforti” importanti come Scozia e Galles, nonché la battaglia politica in corso in Inghilterra, potranno trasformare le questioni energetiche in un tema chiave per la tornata elettorale del 7 maggio.