(Rinnovabili.it) – «Dopo anni di ricerche ed esami esaustivi dei dati scientifici e dei fatti, proibire il fracking è l’unica alternativa ragionevole». Chiaro e limpido il discorso di Joe Martens, capo del Dipartimento di Conservazione Ambientale dello Stato di New York. Parole affidate ad un comunicato rilasciato ieri, che rende ufficiale il divieto di fratturazione idraulica ad alto volume (HVHF) all’ombra della Statua della Libertà. Perché sia effettivo, sarà necessario attendere fino a dicembre prossimo, ma la mossa di New York farà scuola in tutto il Paese. Ora è l’unico stato con grandi riserve di shale gas che ha emanato un divieto di fracking. La settimana scorsa, ha anche rilasciato un nuovo piano energetico con gli obiettivi di ridurre le emissioni di gas serra del 40% (al di sotto ai livelli del 1990) entro il 2030 e dell’80% entro il 2050. Non solo: produrrà il 50% della sua elettricità da fonti rinnovabili entro il 2030.
La procedura che ha portato al bando per il fracking è stata per una volta trasparente: la prima bozza di dichiarazione di impatto ambientale, emessa nel 2009, aveva ricevuto più di 13 mila obiezioni. A questo punto, l’amministrazione ha rimesso tutto nelle mani di una consultazione pubblica: quattro audizioni sono state tenute negli anni sul territorio dello Stato di New York, e 67 mila nuovi commenti sono piovuti sul progetto. Il Dipartimento ha provato a proporre norme per rendere più stringenti le condizioni alle quali ricevere le autorizzazioni per il fracking, ma i cittadini non ne volevano sapere: questa nuova bozza ha visto le osservazioni pubbliche salire di altre 180 mila unità.
Lo studio di impatto ambientale si è concluso dopo 7 anni lo scorso maggio. Quando è stato presentato nella sua versione definitiva – 1.400 pagine – il governatore Adnrew Cuomo aveva già annunciato da mesi che avrebbe siglato un divieto di fracking entro un anno. Il motivo? Troppi rischi per la salute, l’acqua, l’aria e l’ambiente. Addirittura, Cuomo ha paragonato la retorica sulla fratturazione idraulica a quella sul fumo passivo. Si è sempre detto che non provocava malanni, ma non era vero.
«Questo è probabilmente il problema a maggiore carica emotiva che ho vissuto – aveva detto il governatore – più dell’uguaglianza dei matrimoni, più della questione delle armi, più della pena di morte».