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Fracking, condannata la compagnia che intossicava le famiglie

Ricordate l’acqua del rubinetto che si incendia? La colpa era della Cabot Oil&Gas, che ha avvelenato una comunità con il fracking

Scott Ely e i suoi tre bambini hanno bevuto acqua contaminata
Scott Ely e i suoi tre bambini hanno bevuto acqua contaminata dal metano liberato con il fracking

(Rinnovabili.it) – Ci sono voluti quasi 7 anni, ma alla fine hanno vinto loro. Scott Ely e Monica Marta-Ely, una coppia di Dimock (Pennsylvania), sono riusciti a dimostrare che la loro acqua non prendeva fuoco per caso. La Cabot Oil&Gas aveva inquinato le falde nelle sue operazioni di fracking.

Fracking, condannata la compagnia che intossicava le famiglie 6Una Corte federale ha stabilito proprio ieri che l’azienda dovrà risarcire i coniugi e i loro tre figli con 2,7 milioni di dollari. I sei giurati del tribunale di Scranton hanno assegnato anche 770 mila dollari a Ray e Victoria Hubert, che con la loro figlia speranza hanno visto anch’essi la propria vita sconvolta dalla contaminazione chimica della compagnia del gas.

La causa, avviata nel 2009, aveva visto coinvolte 44 famiglie. Tutte hanno bevuto acqua contaminata da metano fuoriuscito dalle rocce scistose perforate dall’azienda nei dintorni di Dimock a partire dal 2008. Questo paesino, popolato da 1500 anime, è salito alle cronache internazionali nel 2010 grazie al documentario “Gasland”, di Josh Fox. L’inchiesta ha fatto saltare il banco della narrazione bucolica costruita dal governo americano intorno al gas naturale, mostrando il calvario delle famiglie nelle piccole comunità invase dalle trivelle. Animali e uomini che si ammalano e muoiono, fiumi che ribollono del metano sfuggito ai pozzi, falde inquinate da sostanze chimiche tossiche, aumento dell’inquinamento acustico. Ma la sequenza che ha scioccato il mondo è quella che mostra un uomo accostare un accendino al rubinetto di casa, e l’acqua corrente che in un istante si incendia a causa del gas finito nelle tubature. Succedeva a Dimock sei anni fa, e succede ancora negli Stati Uniti e non solo.

 

 

Tuttavia, dopo 4 anni dall’inizio del processo (era il 2012), la grande maggioranza dei querelanti aveva raggiunto un patteggiamento con l’azienda. Tutto sarebbe passato sotto silenzio se gli Ely e gli Hubert non avessero atteso a pié fermo la sentenza definitiva.

«Sono stati 6 anni e mezzo estenuanti», ha detto Scott Ely dopo il verdetto, definendo «arrogante» il tentativo della società di limitare il numero delle prove all’esame dei giudici e far passare la versione dell’inquinamento “per cause naturali”.

Il portavoce della Cabot, George Stark, ha espresso sorpresa per la sentenza, ribadendo l’assenza di prove che colleghino la contaminazione dei pozzi delle due famiglie alle loro operazioni di fracking.