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Forum Rifiuti, si discute di emergenze e opportunità

Forum Rifiuti, si duscute di emergenze e opportunità(Rinnovabili.it) – Può una criticità trasformarsi un’opportunità di crescita e sviluppo sostenibile? E’ la domanda che spesso e volentieri ci si pone quando si parla di rifiuti. Ed è la domanda da cui ha preso il via oggi il Forum Rifiuti prima conferenza nazionale sul tema, che per oggi e domani animerà Palazzo Rospigliosi. Organizzato da Legambiente, La Nuova Ecologia e Kyoto Club, con la partnership del COOU, Consorzio obbligatorio oli usati, il Forumsi è prefissato il compito di analizzare lo scenario italiano, le criticità e le vere potenzialità di un sistema virtuoso troppe volte sottovalutato; ma anche per discutere insieme ad esperti del settore sulla green economy, sugli sviluppi della ricerca, sugli aspetti gestionali e sulle esperienze virtuose messo in campo in questo settore. Tra queste un posto d’onore andrebbe riservato al riciclaggio da raccolta differenziata della frazione organica, vero e proprio focus di questa prima giornata e terreno di sfida per l’Italia.

 

 

Secondo quanto emerge dalla ricerca realizzata dalla SDA Bocconi School of Management, la raccolta di umido (FORSU) e scarto verde è oggi il primo settore di recupero di rifiuti urbani in Italia; i numeri sono importanti e rendono bene conto di questa realtà: 4,8 milioni di tonnellate trattate nel 2012, pari al 40% dei rifiuti urbani raccolti in modo differenziato, in 252 impianti di compostaggio e 27 impianti di digestione anaerobica. Il settore è cresciuto in maniera costante in questi ultimo 20 anni al punto da aver permesso di recuperare circa 42 milioni di tonnellate di scarti organici producendo circa 15 milioni di tonnellate compost di qualità.

 

Oggi sono circa 34 milioni di abitanti in 4.200 comuni italiani a preoccuparsi della differenziata dell’organico dell’umido, ma se la raccolta interessa venisse estesa a tutte le città del Belpaese i numeri potrebbero raddoppiare, raggiungendo gli 8,6 milioni di tonnellate. Una best practies che richiederebbe però un aumento del numero di impianti di compostaggio e digestione anaerobica (ne servirebbero altri 75). Senza contare i vantaggi ambientali (la raccolta di 8,6 milioni di tonnellate di organico comporterebbe complessivamente una riduzione delle emissioni annue di CO2 compresa tra 5,3 e 7,7 milioni di tonnellate), e i benefici economici e occupazionali che la filiera dell’organico determina (gli occupati del settore arriverebbero a 3600 addetti). 

 

“Sul fronte rifiuti, l’Italia si presenta come un Paese spaccato a metà – dichiara Stefano Ciafani, Vicepresidente nazionale di Legambiente -. Da un lato c’è il Paese dell’emergenza rifiuti, dall’altro lato c’è un Paese che ha avviato una decisa rivoluzione basata sulla raccolta differenziata, sugli impianti di riciclaggio, sui centri del riuso, sulle buone pratiche di prevenzione e sulle performance ambientali di molti comuni che diventano modelli da seguire. Tra tutti vale la pena di citare l’esperienza del comune di Milano che nelle prossime settimane ultimerà l’estensione della raccolta domiciliare dell’umido domestico all’ultima parte di città con risultati straordinari tali da farla diventare il modello metropolitano da seguire a livello internazionale”.

 

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