(Rinnovabili.it) – Lo slogan è “Water for our future”, acqua per il nostro futuro, e sottende il 7° World Water Forum, iniziato ieri in Corea del Sud. A Daegu, quarta città per dimensioni del Paese, l’evento – che durerà fino al 17 aprile – ha tenuto la sua cerimonia di apertura, partecipata da oltre 1.800 alti funzionari nazionali e internazionali, in una cornice di pubblico accompagnerà il forum intorno alle 30 mila persone, provenienti da 170 Paesi. Oltre a leader governativi e funzionari pubblici di alto rango, sono accorsi vertici delle organizzazioni internazionali, studiosi, uomini d’affari, attivisti di organizzazioni non governative e semplici cittadini.
Il Forum Mondiale dell’Acqua si tiene ogni tre anni dal 1997, ed è organizzato dal Consiglio Mondiale per l’Acqua (World Water Council). È il più grande evento internazionale per discutere le questioni sociali e ambientali legate a questo bene comune. Funziona da piattaforma multistakeholder, in cui comunità e decisori politici provenienti da tutte le regioni del mondo cercano di lavorare insieme per trovare soluzioni comuni.
Parlando durante la cerimonia di apertura, il presidente sudcoreano Park Geun-hye ha detto che il Forum promuoverà la pace, fornendo soluzioni alle crisi che derivano dai conflitti legati all’acqua: «La Corea del Sud, come parte di un Paese diviso unico al mondo, cercherà di costruire un canale di comunicazione in questo Forum dell’Acqua, avviando una co-gestione dei fiumi che attraversano scorrono da nord a sud. Crediamo che i nostri sforzi sia per abbassare la tensione, che di prenderci cura dei due terzi di popolazione mondiale che vivono in condizioni di stress idrico, contribuirà alla pace nel mondo. È urgente per noi andare verso una nuova era di pace e di cooperazione per il nostro futuro attraverso la composizione dei conflitti collegati al tema dell’acqua. Sia i Paesi avanzati che quelli emergenti dovrebbero sforzarsi per trasformare in opportunità di crescita le sfide legate all’acqua».
Gli obiettivi del Forum
Le sessioni di discussione saranno più di 400, e avranno luogo in due città, Daegu e Gyeonbuk. Fra queste, sono 135 i processi tematici al centro del Forum mondiale dell’Acqua, e riguarderanno 16 temi, tra cui il cambiamento climatico, le catastrofi naturali e l’energia. Attraverso una sessione speciale cui parteciperanno gli alti funzionari, saranno discusse varie questioni, tra cui le misure per provvedere le risorse e fissare nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile. Sono scaduti infatti i target stabiliti dalle Nazioni Unite nel 2000, che andavano sotto il nome di UN Millennium Development Goals: tocca al 7° World Water Forum raccogliere il testimone e costruire una proposta globale per affrontare una crisi idrica che nei prossimi anni metterà a durissima prova la sostenibilità ambientale e sociale sul nostro pianeta.
L’emergenza acqua nello scenario mondiale e italiano
Per quanto riguarda la situazione globale, ancora oggi 1,3 miliardi di persone non hanno accesso all’acqua potabile e 2,5 miliardi non fruiscono di servizi igienico-sanitari.
La popolazione aumenterà oltre i 9 miliardi entro il 2050 e presto la domanda supererà l’offerta, come nota l’ultimo rapporto delle Nazioni Unite. La terra si troverà a fronteggiare un deficit del 40% nelle forniture di acqua entro 15 anni a causa di diversi fattori: urbanizzazione, crescita della popolazione e aumento della domanda per la produzione alimentare, l’energia e l’industria.
La cattiva gestione della risorsa più preziosa per la vita, ha portato all’inquinamento e al sovrasfruttamento dell’oro blu. Un bene che, d’altra parte, è in progressivo esaurimento a causa delle siccità che il cambiamento climatico ha potenziato in alcune aree del mondo. Basti pensare alla situazione del Brasile e della California, in totale emergenza da questo punto di vista. Per non parlare dell’India, i cui fiumi inquinati sono più che raddoppiati negli ultimi 5 anni, o della Cina, dove il 75% di laghi e fiumi e il 50% delle falde acquifere sono contaminati.
Non possiamo nemmeno dimenticarci dell’Italia, perché se crediamo di vivere in un’isola felice e progredita sbagliamo di grosso. La qualità dell’acqua, nel nostro Paese, non rispetta la direttiva europea. Solo il 10% dei corpi idrici superficiali riesce a soddisfare tutti i requisiti. Inoltre, la risorsa che un referendum di 4 anni fa ha definito pubblica, sta subendo un nuovo tentativo di privatizzazione ad opera del governo: dallo Sblocca Italia alla riforma della pubblica amministrazione, gli ultimi provvedimenti dell’esecutivo Renzi sono mine normative per far saltare il referendum del 2011.