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Foreste: il ruolo protettivo dell’industria del legno

Entro il 2050 con l’aumento della domanda e dell’utilizzo del legno anche per la bioenergia, potrebbe triplicare la quantità di materia prima prelevata da foreste e piantagioni. Il Panda spiega come affrontare questo futuro in maniera sostenibile

(Rinnovabili.it) – La popolazione mondiale cresce, la domanda di energia aumenta. In questa semplice relazione causa-effetto il fattore critico continuano ad essere le materie prime, il cui prelievo ed utilizzo necessita di essere strettamente controllato per non depauperare un pianeta che sta già facendo gli straordinari con i suoi beni primari.

In questo contesto il WWF punta i riflettori su un settore che al 2050 potrebbe subire una vera propria corsa all’oro. Si tratta del comparto forestale, dove la domanda di legno potrebbe addirittura triplicare nei prossimi 47 anni senza una gestione controllata e sostenibile. Per indirizzare il mondo nella giusta direzione l’associazione ambientalista ha presentato ieri alla conferenza internazionale a Francoforte ‘Paperworld’ il nuovo Living Forests Report. Il documento denuncia le conseguenze di un’indiscriminata attività di deforestazione anche per soddisfare le necessità bioenergetica.

 

“Uno scenario come quello che si prospetta – spiega Massimiliano Rocco Responsabile Specie, TRAFFIC & Foreste WWF Italia – e che vede il triplicarsi della quantità di legna prelevata dalle ultime foreste naturali e da piantagioni deve motivare tutti a una corretta gestione di questa risorsa insostituibile e spingere le autorità competenti ad una amministrazione del mercato che  prima di tutto  salvaguardi le foreste. Il rischio  altrimenti è che la corsa all’oro verde potrebbe distruggere le ultime foreste naturali del pianeta e saccheggiare irreparabilmente questa risorsa”.

 

Ma portare a zero la deforestazione e il degrado forestale è un obiettivo possibile, anche nel breve periodo. Il Rapporto delinea una varietà di soluzioni, dall’aumento del tasso di riciclaggio nei paesi con bassi tassi di recupero,  all’efficienza delle risorse e modelli consumo più equi . “Anche con un uso più sobrio e una maggiore efficienza e il riciclaggio, la domanda netta di legno è destinata a crescere. Mantenere vicino allo zero la perdita di foreste naturali dopo il 2020, senza una significativa riduzione dei consumi, richiederebbe fino a 250 milioni di ettari di nuove piantagioni di alberi entro il 2050, che è quasi il doppio della quantità di piantagioni di oggi. Pertanto svolgerà un ruolo sempre più importante gestire in modo sostenibile le piantagioni, in particolare su terreni attualmente degradati, contribuendo a ripristinare gli ecosistemi”. Il rapporto indica inoltre che entro il 2050 potrebbero essere coltivate per produrre legname rispetto ad oggi fino al 25 % in più di foreste continuando a mantenere la certificazione forestale lo strumento di tutela numero uno.