Il settore forestale dà lavoro, a livello ufficiale, a oltre 13 milioni di persone, e ha un valore annuo di 600 miliardi di dollari, 150 dollari per ogni ettaro
Il rapporto parte dal profondo gap oggi esistente fra il potenziale delle foreste nel contribuire allo sviluppo sostenibile e all’economia più verde e le conoscenze di questo stesso potenziale. Una lacuna che, se colmata, potrebbe indirizzare le politiche su una migliore gestione forestale, garantendo così benefici ambientali e sociali. A livello globale, il settore forestale ufficiale comprende lo 0,4 per cento della forza lavoro, ovvero circa 13,2 milioni di persone, con un valore annuo di 600 miliardi di dollari (ben 150 dollari per ogni ettaro). Le aziende specializzate in prodotti di legno massiccio sono quelle impiegano più personale, in quanto hanno a loro disposizione oltre 5,5 milioni di persone, seguite da aziende produttrici di pasta di legno e della carta (4,3 milioni). L’occupazione informale nel settore spesso non viene catturata nelle statistiche nazionali, ma le stime presentate nel rapporto 2014 mostrano quanto questa voce sia significativa nelle regioni meno sviluppate.
Si stima inoltre che circa 840 milioni di persone, ovvero il 12 per cento della popolazione mondiale, raccolgano legno come combustibile. Ed è proprio il legno a rappresentare spesso e volentieri l’unica fonte di energia nelle aree rurali dei paesi meno sviluppati: 2,4 miliardi di persone cucinano usando la legna come combustibile, mentre sono 764 milioni le persone che grazie al legno possono sterilizzare l’acqua. Nel dettaglio rappresenta il 27 per cento della fornitura totale di energia primaria in Africa, il 13 per cento in America Latina e nei Caraibi e il 5 per cento in Asia e Oceania. Tuttavia è anche sempre più utilizzata nei paesi sviluppati con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. Ad esempio, circa 90 milioni di persone in Europa e Nord America utilizzano oggi l’energia dal legno come fonte principale di riscaldamento.