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Fonti fossili: le speranze degli ambientalisti riposte in Papa Francesco

Basta finanziamenti alle fonti fossili. Questo il succo della lettera che ARRCC e FaithGreen hanno inviato a Papa Francesco affinchè lotti per l'interruzione delle sovvenzioni riservate ai carburanti inquinanti

Fonti fossili(Rinnovabili.it) – Sono diversi i gruppi religiosi ambientalisti di Australia e Nord America che hanno scritto una lettera a Papa Francesco esortandolo a sottolineare l’importanza della riduzione dei finanziamenti ancora oggi concessi alle fonti fossili.

La lettera, mostrata in esclusiva al The Guardian, definirebbe infatti immorale trarre profitto dalle sovvenzioni destinate ai carburanti fossili che, oltre a danneggiare l’ambiente, alimentano la sete di potere suggerendo di lasciare dove sono il petrolio e le altre sostanze dannose per il clima. “Vi esortiamo, in quanto persona tenuta in grande considerazione in tutto il mondo, a parlare chiaramente della riduzione dei finanziamenti a favore dei combustibili fossili come uno dei mezzi più importanti per scongiurare il cambiamento del clima”, si legge nella lettera.

 

A tal proposito Thea Ormerod, a capo dell’ARRCC (Australian Religious Response to Climate Change) ha dichiarato: “Se continua l’estrazione e la combustione, i figli e i nipoti di tutto il mondo potrebbero avere poca o nessuna possibilità di vivere una vita decente su questo pianeta, in particolare quelli che vivono nel Sud del mondo”.

Mentre sono numerosi i paesi del mondo che stanno cercando di ridurre la combustione di carbone e altre fonti fossili favorendo lo sviluppo e la crescita di impianti per la produzione di energia elettrica e calore da fonti rinnovabili ci sono ancora troppe realtà interessate al profitto che deriva dall’estrazione e della vendita principalmente del petrolio. Per questo anche il reverendo Fletcher Harper, a capo del gruppo americano GreenFaith, che insieme all’ARRCC ha firmato la lettera ha dichiarato “Il sostegno di Papa Francesco potrebbe fornire una potente convalida della giustezza morale di provvedere al disinvestimento e al reinvestimento in risposta alla crisi climatica, e dare immediatamente un segnale di necessità di di un’azione drammatica, di vitale importanza e di grande significato”.