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Il Fondo per il clima può spendere i primi 5 miliardi

Il Fondo per il clima può spendere i primi 5 miliardi-

 

(Rinnovabili.it) – Il Fondo verde per il clima dell’ONU può finalmente cominciare a decidere dove allocare oltre 5 miliardi di dollari. Lo sblocco delle risorse è stato possibile grazie al governo giapponese che, seppure in ritardo rispetto alla richiesta delle Nazioni Unite, ha messo nero su bianco la sua promessa di riempire il Green Climate Fund con gli 1.5 miliardi annunciati alla COP 20 di Lima. Ora le coperture raggiungono i 5.47 miliardi di dollari, oltre il 50% degli impegni assunti a novembre (9.35 miliardi dollari), soglia necessaria per iniziare a spendere. Ma gli stanziamenti veri e propri non arriveranno prima del prossimo anno.

«Questo risultato significa che il Fondo ha raggiunto un traguardo importante e ora può iniziare a dar seguito agli impegni finanziari presi con i Paesi in via di sviluppo», ha detto Héla Cheikhrouhou, direttore esecutivo del GCF.

Atsuyuki Oike, un alto funzionario del Ministero degli Affari Esteri nipponico, ha detto che Tokyo spera che il passo in avanti possa «contribuire al successo dei negoziati» per un nuovo accordo globale sul clima.

 

Il Fondo per il clima può spendere i primi 5 miliardiAll’inizio di questa settimana, il presidente francese Francois Hollande ha espresso preoccupazioni, sul fatto che le nazioni in via di sviluppo non avrebbero firmato alcun trattato senza impegni finanziari da parte dei governi ricchi per aiutarli ad adattarsi agli impatti climatici e organizzare una transizione verso le energie rinnovabili.

Il Green Climate Fund, che sta cercando ulteriori fondi, mira a diventare il principale vettore internazionale per finanziamenti per il clima. Finora 33 governi, tra cui 8 Paesi in via di sviluppo, si sono impegnati per quasi 10,2 miliardi dollari. Di questi, 21 hanno firmato accordi di contribuzione. Gli Stati Uniti, che hanno promesso la cifra più sostanziosa, 3 miliardi di dollari, non hanno ancora stanziato le risorse.

 

«I governi che non si sono ancora impegnati con il Fondo, sono incoraggiati a farsi avanti», ha detto in un comunicato il direttore Cheikhrouhou. Ha anche invitato coloro che hanno fatto promesse, ma non ancora firmato un accordo in tal senso, di farlo «con urgenza». Un messaggio chiaramente rivolto a Washington, le cui sparate hanno dato popolarità al governo sotto i riflettori della COP 20, ma che ora, lontano dalla ribalta, puzzano sempre più di beffa.

Non è chiaro in che modo il Green Climate Fund finanzierà l’adattamento delle popolazioni più disagiate al cambiamento climatico. Si teme addirittura che i fondi per il clima finiscano in progetti di centrali a carbone o fonti fossili avanzati dalle multinazionali delle economie più ricche nei territori di quelle più deboli.

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