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Strasburgo: fondi pensioni europei, ok al divestment dalle fossili

Il Parlamento europeo approva l'accordo sulla nuova direttiva aprendo IORP, aprendo la strada al disinvestimento dalle fonti fossili per i fondi pensione europei

Strasburgo: fondi pensioni europei, ok al divestment dalle fossili

 

(Rinnovabili.it) – È in dirittura finale la revisione della direttiva 2003/41/CE (o direttiva IORP– Institutions for Occupational Retirement Provision) relativa alle attività e alla supervisione degli enti pensionistici aziendali o professionali. Il Parlamento europeo ha approvato oggi l’accordo informale raggiunto con il Consiglio dell’UE e la Commissione Europea, convalidando anche le tre proposte presentate dai Verdi europei.

 

Tra queste rientra l’adozione dei criteri ESG nei processi di selezione degli investimenti: i gestori di fondi pensionistici dovranno necessariamente tenere conto dei rischi sociali, ambientali e di governance  prima di effettuare le scelte finanziarie.

 

Altra novità, la valutazione del rischio dovrà coprire tutti i rischi legati al deprezzamento dei beni, innescato da eventuali modifiche normative in risposta alla lotta contro i cambiamenti climatici. Il cuore del problema è quello dei cosiddetti “stranded assets”, ossia gli attivi non recuperabili. Si tratta ad esempio delle riserve di idrocarburi individuate ed accertate ma che rischiano di non venire mai estratte perché le misure di tutela ambientale sono troppo onerose (come nel caso delle tecnologie di CCS per il carbone pulito) o troppo restrittive, o perché la domanda di combustibili fossili è destinata a crollare.

“Questo è un grande successo per il sostegno a investimenti in prodotti sostenibili”, ha commentato l’eurodeputato tedesco dei Verdi Sven Giegold, aggiungendo che la legge “apre la strada al divestment dalle fonti fossili dei fondi pensione europei”.

 

Ultimo elemento, la nuova direttiva chiarisce che il gestore dei fondi deve essere considerato ancora una “persona prudente” (principio di prudenza) e quindi che non corre rischi legali prendendo delle decisioni d’investimento che comprendano anche i criteri EGS.

 

“Fondamentalmente – spiega Giegold –  ci siamo assicurati la certezza del diritto che una strategia di investimento responsabile nei confronti dell’ambiente non può essere attaccato in tribunale semplicemente perché non raggiunge il massimo rendimento possibile sull’investimento. Le pensioni riguardano la protezione del nostro futuro, quindi ha senso essere in grado di tenere  gli investimenti lontano da quelle cose che potrebbero minare quello stesso futuro”.

Il voto della plenaria a Strasburgo conferma un accordo già raggiunto con i governi europei, quindi la sua approvazione definitiva è ormai solo una formalità.