(Rinnovabili.it) – Il Delta del Pearl River o Zhusanjiao negli anni è andato incontro ad un fenomeno di degradazione ambientale incontrollato, trasformandosi da via marittima del commercio a discarica a cielo aperto. Le strutture di trattamento delle acque reflue industriali e urbane non riescono a tenere il passo con la crescita della popolazione e del comparto produttivo locale, al punto che gran parte dell’area è coperta da una fitta cappa di smog marrone. Nel mese di ottobre 2009, Greenpeace ha pubblicato un rapporto dal titolo “Avvelenamento del Fiume delle Perle” che dettagliava i risultati di uno studio condotto nell’area. L’indagine dimostrava che tutti i campioni prelevati contenevano sostanze chimiche con proprietà pericolose comprovate o presunte tra cui metalli pesanti come il berillio, il rame e il manganese, nonché alti livelli di sostanze chimiche organiche sopra ai limiti fissati dalle autorità provinciali.
Nonostante le aziende ritenute allora responsabili siano state sottoposte a controlli e siano stati varati programmi di ripulitura delle acque dall’amministrazione del Guangzhou, la capitale della provincia del Guangdong, il problema rimane serio. Per dare una nuova svolta al problema il governo provinciale collaborerà con le due regioni amministrative speciali della Repubblica popolare cinese – Hong Kong e Macao – per migliorare la salute ambientale della regione. Il piano, in fase di stesura, dovrebbe porre degli obiettivi di riduzione degli inquinanti marini ed atmosferici da raggiungere entro il 2020. Secondo le indiscrezioni fornite dal quotidiano Bloomberg, il programma promuoverà l’impiego di fonti energetiche rinnovabili e proporrà alle imbarcazioni ormeggiate nell’area di impiegare combustibile pulito.