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Il fiume Daldykan si tinge di rosso, il governo russo indaga

Le autorità ambientali russe stanno analizzando le acque del fiume siberiano. Tra le probabili cause, lo sversamento nel fiume dei liquami di un vicino impianto metallurgico

Il fiume Daldykan si tinge di rosso, il governo russo indaga

 

(Rinnovabili.it) – Ancora poco si conosce dello strano fenomeno che ha trasformato il fiume russo Daldykan in una lunga lingua color porpora. Ci troviamo in Siberia centrale, nella territori di Krasnoyarsk: qui, a pochi passi dalla città industriale di Noril’sk, uno dei corsi d’acqua della zona ha iniziato ad accendersi di un rosso di biblica memoria.

Le comunità locali avevano iniziato a notare i primi cambiamenti nel colore delle acque a giugno di quest’anno. Per ottenere delle indagini ufficiali sulle cause si è però dovuto attendere il 6 settembre, quando le pressioni dei residenti  e l’ondata di viralità delle foto pubblicate sui social ha smosso le autorità russe.

 

Sergey Donskoy, ministro delle Risorse Naturali e dell’Ambiente, ha fatto sapere in un comunicato stampa d’aver iniziato a raccogliere i rapporti e il materiale inviato, immagini comprese, parlando esplicitamente di inquinamento da parte di “una sostanza chimica non identificata”.

Le prove di una effettiva contaminazione delle acque non sono ancora disponibili, ma la causa antropica è ad oggi quella più probabile. La vicina Noril’sk, cresciuta  sulle ceneri di un campo di prigionia siberiano, ha la reputazione di essere una delle città più inquinate del pianeta. La sua storia moderna è strettamente intrecciata allo sfruttamento minerario: da qui viene il 35% del palladio e il 20% del nichel utilizzati a livello mondiale. Una città preziosa dunque, ma anche profondamente segnata dalle emissioni e dai rifiuti della sua fiorente industria.

 

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Va da sé, che i primi sospetti per la colorazione rossa del fiume Daldykan son caduti sulla compagnia che sfrutta l’immenso deposito minerario della zona, la MMC Norilsk Nickel. Lo stesso ministro Donskoy ha spiegato come i rapporti preliminari suggerissero come possibile causa la rottura con conseguente sversamento di una pipeline contente liquami del vicino impianto metallurgico di Nadezhinskogo, di proprietà della MMC Norilsk Nickel. La società si è affrettata a negare qualsiasi fuga o incidente, avviando le operazioni di monitoraggio ambientale in prossimità del fiume  e riducendo temporaneamente il lavoro di produzione.