(Rinnovabili.it) – Maria Cristina Fossi inizia il suo intervento mostrando centinaia di pezzetti di plastica trovati nello stomaco di una tartaruga, minuscoli polimeri che sempre più spesso testuggini e il resto della fauna marina scambiano per risorse alimentari. Ci troviamo alla Certosa di Pontignano, preziosa cornice della First Siena Solution Conference e la professoressa Fossi è una dei relatori internazionali che oggi hanno portato sul palco senese sfide e soluzioni per lo sviluppo sostenibile del Mediterraneo. Si è aperta oggi, infatti, la tre giorni organizzata da MED Solution, la rete coordinata dall’Università di Siena e dedicata al delicato tema della crescita green del bacino del Mediterraneo: oltre cento partecipanti provenienti da venticinque nazioni, in rappresentanza delle istituzioni e del mondo della ricerca si sono riuniti per questo evento che fino a venerdì 5 luglio rappresenterà gli “stati generali della sostenibilità nel Mediterraneo”. Ad aprire i lavori sono stati il rettore dell’Ateneo senese, Angelo Riccaboni, e Jeffrey Sachs, direttore del Sustainable Development Solutions Network, l’iniziativa promossa dal Segretario generale dell’ONU Ban Ki-Moon e a cui appartiene l’hub di progetto MED Solutions.
Ed è stato proprio il celebre economista a puntare i riflettori su una delle più grandi necessità della regione, punto nevralgico della stessa conferenza: “Il Mediterraneo deve trovare una linea comune e deve esprimersi in modo unitario e visibile per contrastare fenomeni drammatici come la siccità, la desertificazione, l’impoverimento delle terre coltivabili, processi che nel prossimo futuro colpiranno quest’area geografica in modo sempre più evidente”.
Rapidità d’azione dunque coniugata ad una visione comune di quelle che sono le sfide del territorio. La tre giorni dà ufficialmente il via a questo complesso progetto attraverso un ambizioso percorso che – come spiega il Rettore dell’Università di Siena, Angelo Riccaboni “ci terrà molto impegnati nei prossimi anni” coinvolgendo i massimi esponenti delle istituzioni e delle scienze a livello globale, sotto l’egida dell’ONU, per trovare nuove soluzioni in tema di ripresa economica, i posti di lavoro e la sostenibilità ambientale in epoca di cambiamenti climatici.
“Come Università di Siena siamo orgogliosi di promuovere questo incontro tra i personaggi di maggior rilievo a livello internazionale che si occupano di ambiente, economia, scienza, riuniti qui per condividere e indicare soluzioni concrete di sviluppo sostenibile”, ha spiegato il rettore ricordando come la rete di MED solutions costuituirà strumento fondamentale per armonizzare le attività delle istituzioni e degli enti di ricerca dei paesi che si affacciano sul bacino.
“Dobbiamo prendere in considerazione un Piano Marshall verde nel Mediterraneo che potrebbe aiutare lo sviluppo dell’economia”. E’ sulla stessa linea di pensiero anche l’ex primo ministro greco George Papandreou che a margine della conferenza ha messo l’accento sulle nuove generazioni e sulla questione occupazionale. “Abbiamo bisogno di un grande piano di crescita, anche verde, e rafforzare le politiche contro la disoccupazione con un piano Erasmus per i disoccupati perché possano viaggiare per il mondo e essere informati”. Un piano di sviluppo forte, manche nuovi investimenti nelle infrastrutture , nei trasporti, nella banda larga e nell’energia verde.
Per Papandreou la transizione verso impieghi sostenibili potrebbe costituire una nuova fonte di occupazione sia nel Sud che nel Nord del Mediterraneo. “La transizione alla green economy è una delle cose, insieme, alla risoluzione dei conflitti in Nord Africa, che va vista nella sua interezza. L’Europa qualche volta guarda singolarmente a queste situazioni. Lo sviluppo sostenibile è un aiuto per il passaggio verso la democrazia”.