Le fioriture algali sono in grado di influenzare l’approvvigionamento di acqua potabile, l’agricoltura, la pesca e il turismo
(Rinnovabili.it) – L’intensità delle fioriture algali estive è aumentata negli ultimi tre decenni e le cause possono essere rintracciate direttamente nel cambiamento climatico e nell’attività umana, specialmente per quanto riguarda l’uso di fertilizzanti chimici.
A dimostrarlo è lo studio a lungo termine (testo in inglese) condotto da Jeff Ho e Anna Michalak (Università di Carnegie) e Nima Pahlevan (NASA) su decine di grandi laghi d’acqua dolce: i tre scienziati hanno preso in esame oltre 30 anni di dati provenienti dalla NASA e dal satellite USA Landsat 5 Geological Survey, che hanno monitorato la superficie del pianeta tra il 1984 e il 2013 a una risoluzione di 30 metri per rivelare le tendenze a lungo termine delle fioriture algali estive in 71 grandi laghi di 33 paesi in sei continenti.
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Sebbene la tendenza verso fioriture più intense fosse chiara, le ragioni di questo aumento sembravano variare da lago a lago, senza schemi apparentemente coerenti. Ciò che ora emerge dallo studio è che i laghi in cui il fenomeno di fioritura è stato meno intenso sono anche quelli meno esposti al surriscaldamento globale. “Questa scoperta mostra quanto sia importante identificare i fattori che rendono alcuni laghi più sensibili ai cambiamenti climatici“, ha spiegato Anna Michalak. “Dobbiamo sviluppare strategie di gestione delle risorse idriche che riflettano meglio i modi in cui le condizioni idrologiche locali sono influenzate dal cambiamento climatico”.
Si tratta di un fenomeno grave, rischioso per l’ambiente ed in grado di influenzare l’approvvigionamento di acqua potabile, l’agricoltura, la pesca e il turismo. Le segnalazioni di fioriture algali hanno bloccato, ad esempio, l’approvvigionamento idrico di Toledo nel 2014 e portato alla dichiarazione di stati di emergenza in Florida nel 2016 e nel 2018. E il trend non accenna a diminuire. “Gli studi indicano che proprio negli Stati Uniti, le fioriture di acqua dolce provocano la perdita di 4 miliardi di dollari ogni anno”, ha spiegato Ho.
Ciononostante, gli studi finora condotti si erano concentrati su singoli laghi o regioni specifiche per un periodo di tempo troppo breve, rendendo impossibile valutare quanto l’attività umana – tra cui l’agricoltura, lo sviluppo urbano ed il conseguente cambiamento climatico – stesse contribuendo al fenomeno.
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