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Tsunami artificiale per testare la violenza dei cambiamenti climatici

Tsunami artificiale per testare la violenza dei cambiamenti climatici 1

 

(Rinnovabili.it) – Qualcuno che comincia a prendere precauzioni per evitare gli effetti più devastanti dei cambiamenti climatici esiste. Sono gli scienziati olandesi, che in previsione di alluvioni e inondazioni più frequenti e di maggiore portata sono pronti a creare la più grande onda artificiale del mondo, che servirà a testare le difese messe a punto dai governi.

Dopo una battaglia secolare con gli oceani, i Paesi Bassi ora si danno l’appellativo di delta più sicuro del mondo, grazie ad una rete di dighe e dune che si estende per centinaia di chilometri.

«Qui possiamo verificare cosa succede quando enormi ondate colpiranno le nostre dighe. L’acqua e la sua logistica sono i settori nei quali i Paesi Bassi sono noti in tutto il mondo», ha detto ieri il ministro delle infrastrutture, Melanie Schultz van Haegen, durante l’inaugurazione della macchina generatrice di onde giganti. La cerimonia si è tenuta ieri nella città di Delft, centro di media grandezza tra Rotterdam (a sud) e L’Aia (a nord).

 

Tsunami artificiale per testare la violenza dei cambiamenti climatici 3Il progetto ha richiesto tre anni di lavoro e ha previsto la costruzione di un canale lungo 300 metri in calcestruzzo, lungo il quale una apposita macchina – chiamata Delta Flume – invierà onde alte 5 metri a scontrarsi contro un muro di 9,5. La Delta Flume utilizza 4 potenti pistoni montati dietro uno scudo metallico alto 7 metri: una volta azionati, spingono giù nel canale 9 mila litri d’acqua alla velocità di 1.000 litri al secondo. Lo scopo è quello di simulare la potenza degli oceani per aiutare gli ingegneri olandesi a costruire migliori difese contro le alluvioni. La metà della popolazione del Paese, infatti, vive al di sotto il livello del mare su terreni bonificati.

«La sicurezza contro le inondazioni è uno dei principali problemi qui in Olanda – spiega Bas Hofland, esperto di difese costiere – Per questo vogliamo testare le nostre dighe e le dune. Non è possibile farlo su piccola scala, quindi diventa necessario costruire argini a grandezza naturale».

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