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Se i finanziamenti per il clima li erogano le banche del carbone

Se i finanziamenti per il clima li erogano le banche del carbone

 

(Rinnovabili.it) – Verranno annunciate oggi le otto proposte di finanziamenti per il clima stilate dal Green Climate Fund, l’istituzione ONU che si occupa di radunare le risorse da destinare ad interventi di mitigazione e adattamento nei Paesi poveri. Delegati politici ed esperti internazionali si incontrano da oggi a giovedì a Livingstone, in Zambia, per discutere delle prossime mosse in materia.

Le proposte coinvolgono un budget di 168 milioni di euro e riguardano interventi in diversi Paesi: tre in Africa, due in America Latina e uno a testa per Fiji, Maldive e Bangladesh. Tra gli altri, sono previsti 25 milioni per un fondo sul solare in Africa orientale, 40 milioni per un programma di resilienza in Bangladesh e 22 milioni in green bonds per Messico, Repubblica Dominicana, Giamaica e Colombia.

 

Se i finanziamenti per il clima li erogano le banche del carbone 2Si parla dunque di briciole, al momento. Denaro che non servirà a mutare la situazione tragica in cui versano le economie in via di sviluppo. Senza contare che le modalità con cui i finanziamenti verrebbero erogati ha provocato una mezza rivolta nelle ONG attente alla questione climatica: 88 di esse hanno scritto una lettera infuocata al consiglio di amministrazione del Green Climate Fund, criticandone l’intenzione di collaborare con HSBC e Crédit Agricole. Le due banche vengono accusate di riciclaggio di denaro, cattiva gestione finanziaria e stretti legami con l’industria del carbone: sarebbero tra i primi 20 istituti di credito privati a finanziare questo inquinante settore. Il gruppo di ONG stima che HSBC abbia speso quasi 8 miliardi di dollari nel carbone fra il 2005 e il 2014, mentre Crédit Agricole si attesterebbe a 7. Sempre HSBC è accusata di finanziare l’industria dell’olio di palma in Indonesia, che ha portato il Paese a un tasso di deforestazione mai visto prima e un inquinamento giunto ad appestare perfino Malesia e Singapore. Il loro accreditamento, attualmente in esame, «costituirebbe un grave rischio per la reputazione e l’integrità morale del GCF», dice la missiva. Ad accreditamento avvenuto, questi due soggetti saranno legittimati a ricevere e distribuire denaro per conto del Fondo verde per il clima.

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