Il 21 luglio la Corte di Giustizia va in vacanza: riuscirà a emettere un verdetto prima di quella data e fermare le motoseghe polacche che impazzano a Bialowieza?
Polonia a giudizio della Corte di Giustizia UE su Bialowieza, ma quando?
(Rinnovabili.it) – La Commissione Europea ha finalmente deferito la Polonia alla Corte di Giustizia dell’UE, chiedendo una condanna ma anche misure provvisorie per bloccare subito la deforestazione massiccia di Bialowieza, l’ultima foresta vergine d’Europa. Il sito, entrato a far parte della rete Natura 2000 e patrimonio mondiale dell’Unesco, è dimora di 20 mila specie animali, tra cui 250 specie uccelli e centinaia di bisonti europei, i più grandi mammiferi sul continente, oggi sull’orlo dell’estinzione.
Gli alberi di Bialowieza, soprattutto querce e abeti millenari alti fino a 50 metri, sono oggetto di un piano di tagli voluto dal Ministro dell’Ambiente, Jan Szyszko, per combattere una infestazione del bostrifo dell’abete rosso, un parassita del legno che porterebbe alla morte delle piante. Gli attivisti, tuttavia, accusano Szyszko di impiegare la scusa del parassita per accontentare le imprese. Il tetto di 63 mila metri cubi da disboscare per il periodo 2012-2021, infatti, è stato quasi raggiunto. Così, il Ministro avrebbe varato un decreto che, di fatto, triplica il volume di legno recuperabile dalla foresta, coinvolgendo peraltro anche piante diverse dagli abeti.
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La Commissione Europea, sollecitata dagli ambientalisti, ha aperto una procedura di infrazione ad aprile che dovrebbe portare ad una condanna sicura per lo stato membro. A questo procedimento, si è unito il monito dell’Unesco, che chiede di «chiarire i rapporti presentati da terze parti riguardo al disboscamento di specie differenti da quelle colpite dal coleottero, che non possono essere giustificate come cosiddetti tagli sanitari».
Finora il governo ha bellamente ignorato i richiami di Bruxelles, permettendosi perfino di denunciare l’Unesco. Il Ministero ieri si è detto felice della causa presso la Corte UE.
Il problema sono i tempi. Servono fino a 15 giorni per ottenere una risposta dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che tuttavia il 21 luglio va in vacanza. Gli ambientalisti sperano sia possibile ottenere un verdetto prima del termine, o bisognerà aspettare settembre per conoscere le sue disposizioni. E nel frattempo, le motoseghe continueranno a radere al suolo ettari di foresta, che nei primi 4 mesi dell’anno ha già 30.000 metri cubi di bosco.