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Fact checking: Trump le spara grosse sul riscaldamento globale

Nella sua ultima apparizione televisiva, Trump ha detto che le calotte polari sono a "livelli record". Ecco come stanno realmente le cose

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L’intervista di Trump all’ITV piena di imprecisioni sul clima

 

(Rinnovabili.it) – «I ghiacciai e le calotte polari continuano a sciogliersi a livelli estremi a livello mondiale. L’affermazione di Trump sulla loro espansione è semplicemente sbagliata. O forse si riferisce a un pianeta diverso». Non usa mezzi termini ha dichiarato Michael Zemp, direttore del World Glacier Monitoring Service, che tiene traccia dello stato di salute di centinaia di ghiacciai. Le affermazioni del presidente degli Stati Uniti fatte lo scorso weekend alla ITV britannica hanno avuto la prevedibile eco mondiale. Per questo, il mondo scientifico ha sentito il bisogno di dire la sua, in una sorta di fact checking volto a dissipare eventuali dubbi sulla fondatezza di quanto detto da Trump.

Il capo della Casa Bianca ha infatti utilizzato i media per dichiarare inesattezze sul tema del cambiamento climatico. Al giornalista Piers Morgan, che lo ha intervistato sul canale televisivo ITV, Trump ha detto che le calotte polari si stanno espandendo a livelli record, ma non ha portato dati a sostegno della sua dichiarazione. Morgan ha chiesto a Trump: «Crede nei cambiamenti climatici? Pensa che esistano?». La risposta è stata:  «C’è un raffreddamento, e c’è un riscaldamento. Intendo dire, non è tanto il cambiamento climatico, quanto il riscaldamento globale. In realtà fa freddo dappertutto. Le calotte polari si sarebbero sciolte, sarebbero ormai sparite, ma ora stanno registrando livelli record».

 

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Gli evidenti errori nella dichiarazione sono stati sciorinati dall’agenzia di stampa Reuters. Andrew Shepherd, professore all’Università di Leeds, ritiene che Trump «abbia scelto attentamente le sue parole. Stava attento a non specificare se i record di cui parlava fossero minimi o massimi. E naturalmente non ha menzionato nemmeno il tempo, quindi non è chiaro a quali anni si riferisse».

Sull’Artico la discussione è già finita se si parte dall’ultimo Arctic Report Card pubblicato a dicembre dal NOAA. L’agenzia ha dichiarato che il ghiaccio artico nei momenti più freddi dell’inverno ha segnato il minimo storico l’anno scorso, e sta calando più rapidamente che in qualsiasi altro momento degli ultimi 1.500 anni.

Sull’Antartide il discorso è più complesso: i dati del satellite National Snow and Ice Data Center (NSIDC) degli Stati Uniti mostrano da un lato che i ghiacci marini hanno raggiunto un livello massimo nell’inverno del 2014, quasi in spregio al riscaldamento globale. Ma ci sono varie ragioni alla radice di questa crescita, coerenti con il riscaldamento del clima, ha spiegato Jack Kohler del Norwegian Polar Institute. L’anno scorso la NASA ha registrato minimi storici nell’estensione dei ghiacci marini sia nell’Artico che nell’Antartico. Come per i dati sulla temperatura globale, si registrano sempre fluttuazioni di anno in anno: per questo gli scienziati considerano sempre le tendenze a lungo termine quando analizzano i dati. E a sentire l’ultimo rapporto dell’IPCC, le calotte polari dell’Antartico e della Groenlandia «hanno perso massa».