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Cosa fare per evitare un riscaldamento globale catastrofico

Ecco i tre scenari di riduzione delle emissioni che dobbiamo considerare per contrastare seriamente il riscaldamento globale

Cosa fare per evitare un riscaldamento globale catastrofico 2

 

(Rinnovabili.it) – Se rimarranno invariati, gli impegni per la riduzione delle emissioni presentati dai 196 Paesi ONU impegnati nell’azione climatica porteranno ad un riscaldamento globale pari a 3,5 °C entro fine secolo. Ben lontano, dunque, dall’obiettivo di 2 °C (già di per sé insufficiente) e ancora di più da quello di 1,5 °C, ormai quasi impossibile da centrare.

Per non superare almeno la soglia dei 2 °C, serve una revisione degli impegni entro il 2020. L’accordo sul clima di Parigi prevede questa possibilità, e tre ricercatori di Climate Interactive e del MIT Sloan hanno ne hanno calcolato l’ambizione.

 

Cosa fare per evitare un riscaldamento globale catastroficoLe parti che hanno fornito piani climatici prima della COP 21 devono implementarli per fare in modo che sia raggiunto il picco delle emissioni entro il 2020. Solo così i tagli della CO2 saranno più semplici da praticare. In questo scenario, infatti, sarà sufficiente ridurre del 3,2% le emissioni ogni anno. Se gli impegni sul clima non saranno rivisti prima del 2030, invece, sarà necessario abbattere il carbonio del 4,6% l’anno. Dopo questa data, infatti, le nostre infrastrutture energetiche, le pratiche agricole e le abitudini di consumo dovranno cambiare ad una velocità considerata «proibitiva», in una corsa contro il tempo che potrebbe fare terra bruciata di molte regioni del mondo.

Vi è anche una prospettiva idilliaca, che consentirebbe di mantenere viva la speranza di un riscaldamento globale entro gli 1,5 °C al 2100. Ma comporterebbe tagli delle emissioni del 5,9% l’anno, con gli impegni attuali rafforzati prima del 2020.

 

«Le nazioni sviluppate devono tagliare le loro emissioni più rapidamente rispetto ai loro impegni correnti – ha detto John Sterman, del MIT Sloan – Ma non possiamo limitare il global warming a 2 °C senza una riduzione delle emissioni anche da parte dei Paesi in via di sviluppo».

Inoltre, Sterman suggerisce che siano i Paesi ricchi a coprire i costi del taglio di CO2 necessario nei Paesi più poveri, così da facilitare il passaggio da infrastrutture energetiche inquinanti a impianti di energia rinnovabile efficienti. Ad esempio, gran parte dell’Africa è passata direttamente alla telefonia mobile, senza installare l’infrastruttura per la telecomunicazione via cavo.