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Everest chiama Italia: la missione CNR – COBAT

Everest chiama Italia: la missione CNR - COBAT(Rinnovabili.it) – Ventiquattro progetti di ricerca e formazione che COBAT e CNR realizzeranno al Laboratorio Osservatorio Piramide dell’Everest e sulle montagne nepalesi. Il Consorzio Nazionale Raccolta e Riciclo (COBAT) e l’Associazione EvK2CNR hanno presentato questa mattina le attività che intendono implementare nel corso del 2014 presso il laboratorio più alto del mondo, la Piramide progettata da Ardito Desio e inaugurata nel 1990, oggi un vero e proprio riferimento per la comunità scientifica internazionale in materia di ambiente e sostenibilità.

A sostenere l’implementazione di progetti strategici per lo sviluppo della ricerca e del territorio c’è anche la Nepal Academy of Science and Technology (NAST), rappresentata questa mattina dal Vice Cancelliere Surendra Raj Kafle (è suo il dono delle sciarpe pervenute direttamente dal Nepal ai relatori presenti – vedi galleria fotografica) che, insieme al Presidente COBAT, Giancarlo Morandi, al Presidente dell’EvK2CNR, Agostino Da Polenza, il Sotto Segretario agli Affari Esteri, Benedetto Della Vedova, l’Ambasciatore Italiano in India e Nepal, Daniele Mancini, ha presentato i progetti in corso e quelli in via di realizzazione al Laboratorio Piramide: qualità dell’aria, modelli previsionali, medicina montagna ambientale e fisiologia, salvaguardia della biodiversità, disponibilità equalità della risorsa idrica, fino all’installazione di una nuova stazione sismica. “Un Laboratorio Piramide sempre più efficiente – concordano – significa più possibilità per la ricerca“. A partire dalla gestione dei rifiuti, che saranno trattati attraverso un inceneritore ecologico sempre più efficiente, fino ad arrivare alla telemedicina e a tutti i sistemi di efficientamento applicati alle strutture, infatti, il comune denominatore di tutte le attività di ricerca e la sostenibilità. Già lo scorso anno il Consorzio aveva contribuito al rinnovo dei sistemi energetici del Laboratorio Piramide con la Top Recycling Mission, l’iniziativa intrapresa nel settembre del 2013 per sostituire le batterie e i moduli fotovoltaici, di cui è stato proiettato, durante l’incontro di stamane, un filmato che ne ha riassunto i momenti salienti.

 

“Una straordinaria missione – ha commentato Giancarlo Morandi – all’interno della quale abbiamo messo a disposizione il nostro know how nel campo del recupero e del riciclo di questi rifiuti, nonché le attrezzature di ultima generazione che sono installate: batterie e pannelli fotovoltaici che garantiranno al Laboratorio energia per un nuovo, lungo periodo. La gestione del ciclo dei rifiuti e la tutela del territorio peraltro rappresentano due degli elementi cardine dell’azione del Consorzio e della sua rete”.

 

Il bilancio energetico tratto a sei mesi di distanza dalla missione ha mostrato un’effettiva maggiore efficienza sia nella produzione di energia che nella capacità di accumulo delle batterie, elementi che consentiranno di limitare al minimo l’uso del generatore a gasolio. Con l’implementazione, poi, dei 24 nuovi progetti nel corso del 2014, le prestazioni del Laboratorio potrà raggiungere performance molto elevate.

Convinto che la cooperazione nel settore della ricerca sia un’enorme opportunità per tutta la comunità scientifica internazionale anche il Sotto Segretario Della Vedova, che è intervenuto sottolineando quanto sia importante ai fini di una sana implementazione di simili iniziative, il corretto coordinamento tra le Istituzioni e il settore privato; per Della Vedova la Mission dovrebbe diventare un esempio da imitare. Sulla stessa linea, anche il Presidente dell’EvK2CNR, Agostino Da Polenza, che ha spiegato quanto la scienza sia capace di innescare specifici, veri e propri processi di cambiamento sul territorio.

 

“Ricerca e capacity building  – ha detto – sono attività integrate tra loro. Non mi è difficile vedere un fil rouge tra i progetti di ricerca sull’inquinamento atmosferico e la realizzazione di un inceneritore per gestire i rifiuti, o tra la recente sostituzione di pannelli fotovoltaici e la calibrazione di strumenti che permettono lo studio dei cambiamenti climatici”.

 

La sfida a 5.050 metri di quota sul versante nepalese dell’Everest è aperta; Italia e Nepal (anche il Memorandum of Understanding che hanno sottoscritto lo fa sperare) faranno di tutto per contribuire alla salvaguardia ambientale di un vero e proprio paradiso naturale.

 

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