L'ufficio statistico europeo ha pubblicato le stime per le emissioni del comparto energetico nello scorso anno
Bene il dato italiano (-3,5% rispetto al 2017), tuttavia il nostro Paese continua a rappresentare una fetta consistente delle emissioni Ue
(Rinnovabili.it) – Emissioni Ue del settore energia in diminuzione: i 28 Paesi membri un significativo calo nella media delle emissioni di CO2. Secondo i dati pubblicati dall’Eurostat, nel 2018 le emissioni di diossido di carbonio correlate alla combustione di carburanti fossili sono calate del 2,5% rispetto all’anno precedente.
Stando alle stime dell’Ufficio statistico Ue, i Paesi comunitari che hanno registrato le più alte percentuali di riduzione delle emissioni lo scorso anno sono stati Portogallo (-9% rispetto al 2017), Bulgaria (-8,1%), Irlanda (-6.8%), Germania (-5.4%), Olanda(-4.6%) e Croazia (-4.3%).
Al contrario, 8 Paesi membri, nel 2018, hanno aumentato le proprie emissioni di CO2 rispetto al 2017: il dato peggiore è quello registrato dalla Lettonia (+8,5%) seguita da Malta (+6,7%), Estonia (+4.5%), Lussemburgo (+3.7%), Polonia (+3.5%), Slovacchia (+2.4%), Finlandia (+1.9%) e Lituania(+0.6%).
In chiaroscuro il dato italiano: mentre il nostro Paese registra una buona percentuale di riduzione delle emissioni (-3,5% nel 2018 rispetto al 2017), si attesta anche come uno dei maggiori emettitori europei di diossido di carbonio. L’Italia, infatti, rappresenta il 10% sul totale delle emissioni degli Stati membri dell’Unione europea: una percentuale comunque molto distante da quella raggiunta dalla Germania (22,5%), leader europeo in questa poco lusinghiera classifica, e seconda solo a quelle di Regno Unito (11,4%), Polonia (10,3%).
Come gli analisti dell’Eurostat segnalano nel report, le emissioni di CO2 sono influenzate anche dal commercio internazionale di prodotti energetici: mentre le importazioni di carbone, ad esempio, hanno un impatto sulla percentuale di emissioni sia nel Paese di produzione che in quello di destinazione, le importazioni di elettricità non aumentano la percentuale di emissioni nel Paese di destinazione ma solo in quello di produzione.
L’attuale report Eurostat, inoltre, tiene in considerazione solo le emissioni da combustione di carburanti fossili mentre lascia da parte quelle prodotte dalla combustione di scarti e rifiuti non riciclabili, come quelli utilizzati per produrre energia elettrica nei termovalorizzatori.
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