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L’Europarlamento dica stop al glifosato

L'Europarlamento dica stop al glifosato

 

(Rinnovabili.it) – Caro onorevole, datti una mossa o avremo glifosato nei campi e nei piatti per altri 15 anni. Più o meno è questo il senso della lettera inviata dal Tavolo delle associazioni ambientaliste e per l’agricoltura biologica a tutti gli europarlamentari italiani, cui le 32 organizzazioni chiedono «una attenta verifica sulle metodologie adottate dall’EFSA per valutare la pericolosità del glifosato per l’ambiente ed i suoi possibili effetti negativi sulla salute umana».

È l’estremo tentativo di evitare che questa sostanza, principio attivo di numerosi erbicidi spruzzati sui campi di tutto il mondo, venga nuovamente autorizzata sul suolo europeo. Potrebbe accadere lunedì prossimo, al più tardi martedì, quando un gruppo di esperti selezionati dagli Stati membri (il cosiddetto Comitato fitosanitario permanente) farà la sua scelta, condizionando la decisione della Commissione europea. Nonostante la IARC, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’OMS, abbia inserito il glifosato nella lista dei probabili cancerogeni per l’uomo, l’UE sembra intenzionata a rinnovare l’autorizzazione al commercio e all’utilizzo. Perché?

 

I conflitti di interesse degli scienziati pro glifosato

I nomi degli esperti favorevoli al glifosato restano segreti 3Il motivo è che l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare, l’EFSA, ha dato un parere opposto a quello della IARC, aprendo una delle più larghe ferite che hanno lacerato il mondo della scienza negli ultimi anni. Sulle valutazioni dell’EFSA e del Comitato fitosanitario permanente (la cui composizione è ignota), si basano le decisioni dell’esecutivo comunitario, anche in un caso come questo. Anche se gli esperti dell’Agenzia sono da anni sommersi dalle critiche della società civile e di numerosi gruppi scientifici. Una recente analisi del Corporate Europe Observatory ha  rilevato che nell’EFSA, il 59% dei membri dei panel scientifici ha legami diretti o indiretti con l’industria agroalimentare, in palese conflitto di interessi (leggi qui per approfondire).

Il parere positivo sul glifosato del 12 novembre 2015, inoltre, si è basato su ricerche effettuate dall’industria chimica, che non sono mai arrivate al pubblico perché coperte da segreto commerciale. In pratica, la Commissione europea pare propensa a consentire l’uso del glifosato basandosi sulle stime di chi lo produce e commercializza.

 

L'Europarlamento dica stop al glifosato 2

 

Le risa di Monsanto nel silenzio del governo italiano

La prima azienda a ricavarne un beneficio sarebbe Monsanto: il giro d’affari annuo di questo erbicida (venduto sotto il nome di Roundup®) vale circa 5 miliardi di dollari. Inoltre, esso è legato a doppio filo alle sementi OGM che il colosso vende in tutto il mondo, chiamate Roundup Ready (pronte per il Roundup). In realtà, ne esistono circa 750 formulati, fino a 1.000 volte più tossici del solo principio attivo.

Con l’appello rivolto agli europarlamentari le 32 associazioni italiane chiedono «un impegno personale affinché il Parlamento europeo si pronunci sulla decisione finale che l’Unione Europea dovrà assumere sul glifosato, opponendosi alla possibilità che si possa procedere ad una nuova autorizzazione per altri 15 anni del diserbante, in assenza di valutazioni attendibili e coerenti relative alla sua probabile cancerogenicità».

Una volta ottenuto il via libera a livello Ue, dipenderà dalle autorità nazionali garantire o rifiutare l’autorizzazione dei pesticidi che lo contengono. Nelle scorse settimane, il gruppo aveva inviato una lettera anche ai tre Ministri italiani competenti – Maurizio Martina (Agricoltura), Beatrice Lorenzin (Salute) e Gian Luca Galletti (Ambiente) – chiedendo la messa al bando del diserbante con le stesse motivazioni. Ad oggi, non ha risposto nessuno.

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