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L’Europa dice sì alla fusione Bayer-Monsanto

fusione bayer-monsanto

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La fusione Bayer-Monsanto crea il più grande colosso agrochimico

(Rinnovabili.it) – Sì alla fusione Bayer-Monsanto. La Commissione Europea ha dato ieri il via libera al matrimonio tra i due colossi della chimica e dell’agroindustria. Uno braccio statunitense, uno tedesco, oggi mossi da un unico cuore che pompa miliardi di dollari l’anno e controlla quasi il 30% del mercato di semi e pesticidi. La megafusione ha il benestare dell’Europa, a patto che Bayer venda una parte delle sue attività a terzi, così da “rassicurare Bruxelles che non ci sarà monopolio nei settori delle sementi, dei pesticidi e dell’agricoltura digitale”. Secondo la Commissaria alla concorrenza, Margrethe Vestager, “abbiamo assicurato che il numero di player globali attivi nel mercato resti lo stesso, cosa importante perché ci serve una concorrenza che assicuri agli agricoltori scelta su differenti varietà di semenze, pesticidi, a prezzi convenienti. E ci serve concorrenza per spingere le aziende ad innovare nell’agricoltura digitale e a sviluppare nuovi prodotti che incontrino gli alti standard regolatori dell’UE”.

 

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Bayer ha proposto di cedere 6 miliardi di dollari di asset a BASF, altro gigante tedesco del comparto agroindustriale. Se la soluzione convincerà l’esecutivo comunitario, niente potrà impedire la nascita del nuovo titano dell’agribusiness. La nuova “Baysanto” sarà infatti il primo soggetto al mondo nel campo di sementi e pesticidi, i due prodotti che consentono a pochissime aziende di controllare gran parte dell’agricoltura mondiale. Bayer è il secondo più grande fornitore di pesticidi sul pianeta, con una maggiore concentrazione del business in Europa. Vende anche semi per una diverse colture. Monsanto è il più grande fornitore di sementi, e i suoi affari sono concentrati soprattutto negli Stati Uniti e in America Latina. L’azienda vende anche il glifosato, diserbante più utilizzato nel settore accusato di provocare il cancro. Nonostante un dibattito di fuoco, che ha visto contrapporsi consumatori e ambientalisti a politica e industria, a novembre il glifosato ha incassato un rinnovo dell’autorizzazione al commercio in Europa. Neanche a dirlo, con il voto decisivo della Germania.

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