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Eurodeputati chiedono di vietare il glifosato entro il 2020

Subito restrizioni per l'uso domestico e l'agricoltura, per arrivare a un divieto nei prossimi tre anni. Il parere della Commissione Ambiente del Parlamento Europeo sul glifosato

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Giorni di fuoco per la sorte del glifosato in Europa

 

(Rinnovabili.it) – Con una votazione dal forte peso politico, la Commissione Ambiente del Parlamento Europeo ha approvato oggi il divieto per tutti i pesticidi a base di glifosato entro i prossimi tre anni, con immediate restrizioni per il loro utilizzo. Con 39 voti favorevoli, 10 astenuti e 9 contrari, il parere non vincolante approderà in plenaria il prossimo 24 ottobre: proprio alla vigilia della riunione del Comitato fitosanitario permanente, organo composto da esperti degli stati membri che dovrà votare sulla proposta avanzata dalla Commissione Europea per il rinnovo dell’autorizzazione alla sostanza chimica. Bruxelles chiede un via libera per altri 10 anni al glifosato, ma finora non è riuscita a mettere d’accordo i rappresentanti dei governi. Francia e Italia hanno annunciato la loro contrarietà, mentre la Germania non vuole esporsi nel momento in cui Angela Merkel sta tentando una difficile alleanza di governo con i Verdi.

Il banco di prova di questa coraggiosa presa di posizione degli eurodeputati ambientali sarà la plenaria di Strasburgo. Oltre allo stop definitivo entro il dicembre 2020, la risoluzione sostiene da subito un divieto totale dei fitosanitari a base di glifosato per uso domestico e un divieto per l’agricoltura qualora vi fossero alternative biologiche efficaci. La Commissione Ambiente invita anche il Parlamento a prendere in considerazione l’aumento dei finanziamenti alle agenzie europee che si occupano di sicurezza alimentare (EFSA) e sostanze chimiche (ECHA), in modo che possano condurre studi autonomi e indipendenti sulla valutazione del rischio. Oggi si basano in fatti per la gran parte su ricerche effettuate dall’industria, le cui conclusioni sono raramente critiche verso i prodotti.

 

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Tutto ciò ha contribuito all’aprirsi di una spaccatura considerevole nel dibattito europeo sui pesticidi, con accuse mosse da più parti alle due agenzie, che hanno decretato la sicurezza del glifosato quando l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), ha invece classificato la sostanza come probabile cancerogeno nel 2015. Il diserbante, sotto accusa in mezzo mondo, è al centro di un caso giudiziario che infuoca l’opinione pubblica anche negli Stati Uniti, dove più di 50 cause sono state depositate contro la Monsanto presso la Corte Distrettuale di San Francisco. I ricorrenti sostengono che l’esposizione al Roundup, noto erbicida a base di glifosato, ha causato loro serie malattie come il linfoma non-Hodgkin.

glifosatoNon solo, ma la multinazionale è accusata di aver coperto le prove dei rischi per la salute del suo prodotto fitosanitario di punta, aggiustando le prove scientifiche con l’aiuto di esperti a libro paga. Una tesi corroborata dalla pubblicazione dei cosiddetti Monsanto Papers, documenti riservati e e-mail interne usciti recentemente sui media.

A tutto ciò si aggiunge l’Iniziativa dei cittadini europei, che nel giugno di quest’anno ha raggiunto le 1,4 milioni di firme per chiedere un phase out del glifosato e una riforma delle norme europee per l’approvazione dei pesticidi.

In questo momento, una pressione enorme grava sulle istituzioni comunitarie, strette fra gli interessi dell’industria e dell’agricoltura industriale da un lato, la società civile e i movimenti contadini dall’altro. Il 24 ottobre sarà più chiaro chi è destinato a spuntarla.