Per evitare il trasferimento delle aziende nei paesi terzi la Commissione europea ha stabilito nuovi aiuti a sostegno delle aziende ad alto consumo energetico
Bruxelles ha adottato un quadro in cui gli Stati membri possono compensare le attività di alcune aziende energivore, come i produttori di acciaio e alluminio, coprendo così una parte dei costi dell’energia elettrica. Le regole assicurano che le misure di sostegno nazionali siano concepite in modo da preservare l’obiettivo dell’UE di decarbonizzazione dell’economia europea mantendendo la parità di condizioni fra i concorrenti nel mercato interno. I settori ritenuti ammissibili nel circuito della compensazione includono i produttori di alluminio, rame, acciaio, fertilizzanti, carta, cotone, prodotti chimici e alcune materie plastiche.
Il Vicepresidente della Commissione responsabile della politica di concorrenza Joaquín Almunia ha dichiarato: “Se la produzione si sposta dall’UE verso paesi terzi con meno regolamentazione in materia ambientale, questo potrebbe minare il nostro obiettivo di una riduzione globale delle emissioni di gas a effetto serra. Può sussistere un tale rischio in alcuni settori, dato l’impatto atteso dell’ETS sui costi dell’energia elettrica a partire dal 2013. Le regole adottate oggi permettono agli Stati membri di affrontare questo problema, pur mantenendo gli incentivi per decarbonizzare la produzione e il consumo e ridurre al minimo eventuali distorsioni della concorrenza”. Le nuove regole, tenendo conto di alcuni obiettivi chiave, mirano a mitigare l’impatto indiretto dei costi della CO2 per le industrie più vulnerabili, impedendo fughe di carbonio ovvero mancati invii dei rapporti che elencano il volume delle emissioni, che metterebbero in discussione l’efficacia del sistema ETS comunitario. Allo stesso tempo le regole sono state progettate per preservare i segnali di prezzo create dal sistema ETS dell’UE al fine di promuovere un efficiente decarbonizzazione dell’economia. Essi sono inoltre progettati per ridurre al minimo le distorsioni della concorrenza nel mercato interno, evitando gare di sovvenzioni all’interno dell’UE in un momento di incertezza economica.