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Carburanti a base etanolo: EPA annuncia inchiesta per capire impatto sulla qualità dell’aria

L'Enviromental Protection Agency degli Stati Uniti studierà il rapporto tra inquinamento atmosferico e consumo di etanolo come carburante.

etanolo biodieselL’inchiesta fortemente voluta dall’associazione ambientalista Sierra Club potrebbe limitare uso e produzione di bioetanolo

 

(Rinnovabili.it) – L’Agenzia di Protezione Ambientale degli Stati Uniti (EPA) ha annunciato l’apertura di un’inchiesta per studiare l’impatto sulla qualità dell’aria del consumo di etanolo come carburante. La decisione arriva dopo un lungo tira e molla legale con l’Associazione ambientalista Sierra Club che da almeno 8 anni chiede una valutazione in merito.

 

L’indagine dell’EPA dovrebbe partire a marzo 2020 e dovrebbe portare a nuove limitazioni nell’uso di etanolo da inserire all’interno della US Renewable Fuel Standard (RFS), la Legge quadro statunitense che regola produzione e consumo di carburanti da fonti energetiche rinnovabili.

Entrato in vigore nel 2005, il RFS promuoveva lo sfruttamento di colture come mais e soia per produrre biocarburanti solo come volano per il settore. Di qui, l’industria del biodiesel avrebbe dovuto evolvere fino a sviluppare carburanti a base cellulosica derivati da scarti urbani e agricoli. Questa seconda fase, tuttavia, non è mai stata avviata.

 

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Secondo gli esperti del Sierra Club, il Renewable Fuel Standard si sarebbe dimostrato solo un’occasione di business per grandi agricoltori capaci di convertire i propri terreni: negli Stati Uniti, infatti, circa il 40% del mais prodotto viene destinato alla produzione di biodiesel. Una pratica che danneggia l’ecosistema agricolo, con sempre maggiori territori messi a coltura per produrre carburante invece che beni alimentari: le ultime stime parlano di 37 milioni di acri statunitensi coltivati a soia e mais, due delle principali coltivazioni utili a produrre bioetanolo.

 

La decisione dell’EPA arriva a pochi mesi di distanza dall’annuncio del Presidente Trump di aumentare fino al 15% la percentuale di etanolo presente nei carburanti. Una scelta in contrasto con quanto previsto dal Clean Air Act, la Legge federale che fissa i limiti di inquinamento atmosferico e che prevedeva un massimo del 10% di etanolo nei carburanti nei mesi estivi e in specifiche aree (come nel delta del Mississippi) dove l’aria risulta particolarmente inquinata proprio a causa della combustione di biocarburante.

 

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