I nuovi satelliti dell’ESA copriranno “strisce” di territorio ampie fino a 250 km alla ricerca di emissioni inquinanti
(Rinnovabili.it) – L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) lancerà in orbita tre satelliti per monitorare a livello globale le emissioni di gas serra: il progetto, denominato Copernicus CO2 Mission, fornirà a partire dal 2025 una mappatura completa delle emissioni terrestri.
Attualmente le emissioni vengono calcolate per approssimazione sulla base delle stime sul consumo di carburanti fornite dai Governi locali: un sistema abbastanza affidabile quando si tratta di Paesi ed economie avanzate, ma che risulta farraginoso nel caso in cui manchino le risorse per misurare i consumi dei diversi settori produttivi di una nazione.
Nel tempo sono stati messi in orbita una serie di satelliti capaci di registrare dati sulle emissioni: dal progetto GOSAT (lanciato nel 2009), passando per il programma SCIAMACHY (del 2012) e il francese MicroCarb, i precedenti sistemi di monitoraggio sono risultati insoddisfacenti per mappare ampie fasce di territorio.
I satelliti che sta progettando l’ESA, chiamati Sentinel 7, dovrebbero riuscire a fotografare nel dettaglio strisce di terra larghe fino a 250 chilometri, molto più dei 15 chilometri osservabili nel programma MicroCarb, fino ad oggi il più accurato sistema di rilevamento di gas serra da satellite. La copertura dei Sentinel 7 permetterebbe di analizzare le emissioni di grandi città e persino d’impianti energetici. I 3 satelliti dovrebbero compiere 14 orbite complete della Terra ogni giorno, permettendo una mappatura completa del Pianeta ogni 2-3 giorni.
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Le informazioni raccolte saranno rese pubbliche, in modo da garantire il massimo della trasparenza possibile: i dati collezionati dai satelliti serviranno per i censimenti periodici delle emissioni (ogni 5 anni a partire dal 2023), uno degli strumenti previsti dagl’Accordi di Parigi per sensibilizzare l’opinione pubblica e spingere i decisori politici ad azioni più efficaci per contrastare il cambiamento climatico.
La missione europea, attualmente in fase di discussione per il reperimento dei fondi necessari (circa 633 milioni di euro), si affiancherà a quelle annunciate dalle Agenzie spaziali americane, giapponesi e cinesi. I vari satelliti condivideranno le informazioni in modo da garantire alla comunità scientifica e politica la maggior copertura possibile in termini di monitoraggio delle emissioni terrestri.
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