La stessa tecnologia utilizzata dagli astronauti nello Spazio arriva ora nel villaggio marocchino di Sidi Taibi per garantire acqua potabile agli studenti della scuola locale
(Rinnovabili.it) – Per gli astronauti, riciclare le urine e le acque di scarico in nuova acqua potabile è ormai una prassi assodata e indispensabile. Prassi che dallo Spazio è pronta ad atterrare in Marocco, e più precisamente villaggio di Sidi Taïbi a 30 chilometri dalla capitale Rabat. Qui la popolazione è cresciuta velocemente negli ultimi anni e riuscire ad assicurare un rifornimento idrico continuo è un problema dal momento che la vicina falda acquifera risulta contaminata da nitrati e fertilizzanti e quindi non adatta al consumo umano.
L’Agenzia spaziale europea (ESA) lavora da oltre 20 anni sulla ricetta di un sistema di supporto vitale per gli astronauti a ciclo chiuso; in questo contesto una delle invenzioni più spettacolari è stata la realizzazione di membrane ceramiche e organiche, dotate di minuscoli fori (700 volte più sottili di un capello umano) e capaci di filtrare i composti indesiderati presenti nelle urine e nelle acque grigie per rilasciare acqua pulita. Con l’aiuto dell’UNESCO, l’Università di Kenitra ha applicato questo nuovo approccio per affrontare il problema dell’acqua potabile nel villaggio di Sidi Tibi.
Sulla base dell’esperienza dell’ESA, la francese Firmo e la tedesca Belectric hanno collaborato sotto l’egida dell’Ateneo per realizzare un primo impianto di depurazione idrica, un’unità autosufficiente alimentata da pannelli solari ed energia eolica ed istallata presso la scuola locale; la nuova struttura di trattamento dovrà soddisfare i bisogni dei 1200 studenti dell’istituto scolastico. Il surplus di energia e di acqua generato durante le vacanze scolastiche sarà condiviso con la gente del posto e se il progetto dovesse rivelarsi l’approccio giusto per il Marocco, l’esperienza sarà replicata, aumentando di scala, per fornire acqua potabile anche al resto della popolazione locale.