Rinnovabili

Eni for 2021, un anno di impegno per la transizione giusta

transizione giusta
Credits: Eni

Dal taglio del flaring ai progetti di sviluppo locale, la just transition secondo Eni

(Rinnovabili.it) – Sviluppo delle rinnovabili e di progetti di economia circolare. Riduzione delle emissioni nette assolute e dell’intensità emissiva. Agri-hub per la produzione di biocarburanti nel sistema di bioraffinazione Eni. E progetti di sviluppo locale, dall’Angola al Kazakistan, per aumentare la diversificazione economica, migliorare  l’accesso all’energia e promuovere una transizione giusta

Sono alcuni dei risultati raggiunti da Eni l’anno scorso, che mettono l’energy company sulla traiettoria per centrare i suoi nuovi obiettivi per la neutralità carbonica al 2050. Tenendo al centro la mission, ovvero l’impegno per contribuire a garantire l’accesso all’energia a tutti. “Un impegno tanto più forte oggi, alla luce della guerra in Ucraina, in un momento storico in cui è necessario essere tanto più inclusivi e non divisivi, ricercando il bene comune e aumentando gli sforzi per garantire la sicurezza energetica europea, accelerando al contempo la decarbonizzazione”, ha detto Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di Eni, in occasione dell’uscita del rapporto di sostenibilità Eni for 2021, giunto quest’anno alla 16° edizione.

Emissioni: Eni fissa obiettivi più ambiziosi

Un rapporto che va letto con un occhio al Piano strategico 2022-2025 con cui la compagnia, lo scorso marzo, ha migliorato i suoi obiettivi climatici. La nuova strategia per la neutralità carbonica entro la metà del secolo rafforza i tagli delle emissioni nette di scope 1,2 e 3. Il target adesso è -35% entro il 2030, un aumento di 10 punti percentuali rispetto al piano precedente, e -80% entro il 2040 (invece del precedente -65%), rispetto ai livelli del 2018.  

Se si mettono tra parentesi le emissioni distribuite lungo l’intera catena del valore (Scope 1, 2 e 3), Eni conta di arrivare a ridurre la propria impronta carbonica del 40% entro il 2025 e a raggiungere le zero emissioni nette già nel 2035, con un anticipo di 5 anni rispetto al piano di prima. Per accelerare sulla strada della transizione giusta, poi, l’azienda prevede anche di aumentare la quota degli investimenti nelle nuove soluzioni energetiche in tre tappe: 30% entro il 2025, 60% entro la fine di questo decennio e 80% entro il 2040.

La performance climatica nel 2021

Questi gli impegni per il futuro. Che si incardinano sui risultati ottenuti l’anno scorso, di cui dà conto Eni for 2021. L’indice di intensità emissiva di gas serra (rapporto tra emissioni dirette scope 1 e la produzione lorda operata) segna -25% nel business Upstream rispetto al 2014, attestandosi a 20,19 tCO2e/kboe. Il target a breve termine è un -43% complessivo al 2025 equivalente a 15,3 tCO2e/kboe. 

Scendono anche i volumi di idrocarburi inviati a flaring di routine: -31% rispetto al 2014, in termini assoluti 1,2 miliardi di metri cubi standard. Su questo fronte, Eni ha aderito alla iniziativa “Zero Routine Flaring” promossa da Global Gas Flaring Reduction Partnership (GGFR), una partnership dalla World Bank che riunisce governi, compagnie petrolifere e organizzazioni per lo sviluppo internazionale. Il target comune è zero flaring al 2030, Eni punta a raggiungere l’obiettivo con 5 anni di anticipo.

Buona la performance sul fronte delle emissioni fuggitive di metano, uno degli ambiti su cui vigilerà di più la nuova strategia UE e su cui si concentra anche la partnership internazionale Global Methane Pledge. Il dato 2021 nel segmento di business upstream segna -92% sul 2014. Nel corso del 2021, peraltro, nell’ambito della Oil & Gas Methane Partnership 2.0, Eni ha raggiunto il livello di reporting “Gold Standard”. Nel complesso, le emissioni Eni di metano nel 2021 sono state 1,37 MtCO2e, suddivise tra metano incombusto da flaring (43%) e dai processi produttivi (12%), venting (27%) ed emissioni fuggitive (18%).

Lo sviluppo locale come chiave per la transizione giusta

L’impegno per una transizione giusta, nel 2021, si è arricchito con diverse iniziative. Tra le quali si segnala la strutturazione di una rete di agri-hub in alcuni paesi africani in cui opera Eni. Qual è lo scopo? “Permetteranno di coprire il 35% dell’approvvigionamento delle nostre bioraffinerie entro il 2025 creando al contempo lavoro e sviluppo”, spiega Descalzi. 

Ma anche il lavoro insieme agli agricoltori per recuperare terreni marginali, non in competizione con la filiera alimentare, per esempio nelle aree degradate, dove coltivare piante per uso energetico. “Un’iniziativa, questa, che ha ricadute occupazionali sul territorio e che contribuisce sia alla transizione energetica di Eni che a quella dei Paesi africani, promuovendone l’integrazione nella catena del valore dei biocarburanti nel massimo rispetto dell’ambiente e dei diritti umani”, puntualizza l’AD.

A livello locale, Eni prosegue anche nel 2021 l’impegno nei progetti di sviluppo, investendo circa 105 milioni di euro e con l’obiettivo, nel giro di 3 anni, di portare la cifra oltre i 300 milioni. Ad oggi, questi sforzi consentono a quasi 62mila persone di garantirsi l’accesso alla tecnologia clean cooking, a più di 70mila ragazzi e ragazze di tornare a frequentare la scuola – costruite o ristrutturate con l’impegno di Eni – e a 234mila persone di avere accesso ai servizi idrici. 

Tra i molti progetti in corso si possono ricordare la creazione del Centro di Ricerca sulle Energie Rinnovabili nella città di Oyo, nel dipartimento della Cuvette della Repubblica del Congo, la promozione di progetti per lo sviluppo agricolo in Mozambico, lo studio di fattibilità per l’installazione di rinnovabili onshore e offshore, incluso lo sfruttamento dell’energia dal moto ondoso, nelle isole di Sal e Santo Antão dell’arcipelago di Capo Verde, o ancora il supporto agli ostricoltori del sistema lagunare Carmen – Pajonal – Machona in Messico.

In collaborazione con Eni

Exit mobile version