(Rinnovabili.it) – Come se a Parigi non fosse successo nulla. Come se un accordo sul clima non esistesse o, peggio, non avesse nessun valore. L’International Energy Outlook 2016, rilasciato ieri dall’Energy Information Administration (EIA), non tiene conto di quanto definito in seno alle Nazioni Unite durante la COP 21 e traccia i suoi scenari utilizzando altri parametri: crescita economica più o meno alta, possibili variazioni nel prezzo del petrolio. Ma nessuna proiezione viene stilata compatibilmente con gli obiettivi internazionali sul clima.
Un fatto quantomeno sorprendente, dal momento che l’accordo di Parigi dovrebbe essere la base di tutte le politiche energetiche e ambientali dal 2020 in avanti. Il problema è che le misure previste dal patto sul clima non sono vincolanti. Dunque i governi sono liberi di evaderle. Detto questo, resta sorprendente l’indifferenza dell’EIA.
Il caso di riferimento utilizzato dall’EIA prevede che le emissioni mondiali di gas serra provenienti dal comparto energetico, aumenteranno del 34% nel 2040 rispetto ai livelli 2012, passando da 32 a 43 miliardi di tonnellate. Eppure i modelli che prendono in considerazione il rispetto della soglia critica dei 2 °C – concordata a Parigi – fissano il picco delle emissioni nel 2020.
Una simile differenza, soprattutto se suggerita da una agenzia autorevole come l’EIA, provoca incertezza e disordine a livello politico. I decisori che più faticano a impostare le loro politiche energetiche su rinnovabili ed efficienza potrebbero appellarsi a questi dati per mantenere l’immobilismo e garantire per altri decenni le attuali rendite di posizione alle compagnie fossili, che godono di generosi sussidi diretti e indiretti in tutte le economie avanzate e non solo.
«Stanno proiettando il mondo in una catastrofe climatica», è stato il commento di Jake Smith, del National Resources Defense Council.
L’EIA ha sempre fornito visioni conservative del futuro energetico mondiale, sottovalutando costantemente la crescita delle energie rinnovabili. Ma questa le batte tutte e fa infuriare gli attivisti per il clima. Le ONG come Oil Change International criticano il nuovo Energy Outlook, sostenendo che gli analisti «ignorano completamente la possibilità che gli obiettivi di Parigi vengano soddisfatti. Stanno fallendo completamente nel loro operato».