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Energia: prezzi in aumento per mancanza di acqua

(Rinnovabili.it) – I prezzi dell’energia elettrica sono in aumento e sempre più persone iniziano a domandarsi cosa ci riservi il futuro in tema di sicurezza energetica. Ma cosa è responsabile di questi aumenti? La risposta è semplice: le temperature dell’acqua più elevate e i flussi fluviali ridotti, sia in Europa che negli Stati Uniti. Un nuovo studio mostra che la conseguenza più preoccupante è il calo della produzione o la temporanea chiusura di diverse centrali termoelettriche, che innalzano ulteriormente i prezzi dell’elettricità. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Climate Change, è stato finanziato in parte da due progetti dell’UE: WATCH e ECLISE. WATCH (‘Water and global change’) ha ricevuto quasi 10 milioni di euro nell’ambito dell’area tematica ‘Sviluppo sostenibile, cambiamento globale ed ecosistemi’ (SUSTDEV) del Sesto programma quadro dell’UE (6 ° PQ) e ECLISE (in prosieguo: Attivazione servizi climatici di informazione per l’Europa’ ) è stato sostenuto nell’ambito del tema Ambiente del Settimo programma quadro dell’UE (7 ° PQ) per un importo di 3,4 milioni di euro.

I ricercatori di Austria, Germania, Paesi Bassi e Stati Uniti hanno stimato che la fornitura di energia elettrica verrà ridotta ulteriormente con  la diminuzione della potenza termoelettrica compresa tra il 6% e il 19% in Europa, e tra il 4% e il 16% negli Stati Uniti nel periodo 2031-2060. Il problema principale sarà il volume insufficiente dell’acqua di raffreddamento, consumata in notevoli quantità dalle centrali termoelettriche. L’acqua, una volta pompata dai bacini viene poi reimessa in circolo con una temperatura spesso talmente elevata da causare un fenomeno noto come inquinamento termico, che danneggia gli equilibri di flora e fauna. “I prezzi dell’elettricità più elevati e la sospensione delle forniture sono notevoli preoccupazioni per il settore energetico e per i consumatori, ma un’altra crescente preoccupazione è l’impatto ambientale delle temperature elevate dell’acqua sugli ecosistemi fluviali, che va a colpire, ad esempio, i cicli di vita degli organismi acquatici” ha detto Michelle van Vliet del Centro di ricerca dell’Università di Wageningen, nei Paesi Bassi.

Ridurre la dipendenza dalle fonti d’acqua dolce e sostituirle con acqua salata potrebbe aiutare, ha detto il co-autore Pavel Kabat, della Wageningen University “Tuttavia, data l’aspettativa di vita delle centrali e l’incapacità di trasferirle nelle vicinanze di una fonte d’acqua alternativa, questa non è una soluzione immediata, ma deve essere presa in considerazione nella pianificazione delle infrastrutture” ha detto il professor Kabat.

 

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