Impiegata nei cicli di raffreddamento delle centrali termoelettriche l'acqua, risorsa minacciata dal cambiamento climatico, potrebbe portare ad un ulteriore crescita del prezzo dell'energia
I ricercatori di Austria, Germania, Paesi Bassi e Stati Uniti hanno stimato che la fornitura di energia elettrica verrà ridotta ulteriormente con la diminuzione della potenza termoelettrica compresa tra il 6% e il 19% in Europa, e tra il 4% e il 16% negli Stati Uniti nel periodo 2031-2060. Il problema principale sarà il volume insufficiente dell’acqua di raffreddamento, consumata in notevoli quantità dalle centrali termoelettriche. L’acqua, una volta pompata dai bacini viene poi reimessa in circolo con una temperatura spesso talmente elevata da causare un fenomeno noto come inquinamento termico, che danneggia gli equilibri di flora e fauna. “I prezzi dell’elettricità più elevati e la sospensione delle forniture sono notevoli preoccupazioni per il settore energetico e per i consumatori, ma un’altra crescente preoccupazione è l’impatto ambientale delle temperature elevate dell’acqua sugli ecosistemi fluviali, che va a colpire, ad esempio, i cicli di vita degli organismi acquatici” ha detto Michelle van Vliet del Centro di ricerca dell’Università di Wageningen, nei Paesi Bassi.
Ridurre la dipendenza dalle fonti d’acqua dolce e sostituirle con acqua salata potrebbe aiutare, ha detto il co-autore Pavel Kabat, della Wageningen University “Tuttavia, data l’aspettativa di vita delle centrali e l’incapacità di trasferirle nelle vicinanze di una fonte d’acqua alternativa, questa non è una soluzione immediata, ma deve essere presa in considerazione nella pianificazione delle infrastrutture” ha detto il professor Kabat.