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Energia: emissioni italiane in calo anche nel 2016

Nel 2016 le emissioni di anidride carbonica del settore energetico nell'Unione Europea sono diminuite dello 0,4% rispetto al 2015.

emissioni italiane 2016

 

 

(Rinnovabili.it) – Calano le emissioni italiane di CO2 derivanti dall’uso di energia. Lo riferisce Eurostat, l’ufficio statistiche dell’Unione Europea pubblicando i dati preliminari del 2016. In un panorama comunitario caratterizzato da un generale trend ribassista, l’Italia si assicura un posto nel gruppo di Stati membri con i cali emissivi più evidenti. Dal 2015 allo scorso anno, abbiamo ridotto le emissioni del 2,9%. Un valore percentuale piccolo in apparenza, soprattutto se si paragona a performance come quelle del Portogallo o del Regno Unito, ma che assume un valore specifico se si guarda alla situazione energetica nazionale dello scorso anno.

 

Va precisato che i dati di Eurostat assegnano impatti differenti alle importazioni e le esportazioni di prodotti energetici sulle emissioni di CO2, a seconda di dove è bruciato il combustibile: ad esempio, l’importazione di elettricità non ha effetto diretto sulle emissioni nel paese che la utilizza, mentre lo ha l’import di carbone.

Secondo quanto riportato nel documento del MISE, lo scorso anno la domanda di energia primaria si è contratta ma sono cresciuti gli impieghi finali (0,9% rispetto al 2015), in particolare per gli usi non energetici (3,7%) e nel settore civile (1,5%). Aumenti soprattutto a carico di rinnovabili e gas, le uniche fonti con segno positivo. In questo contesto, lo stop al nucleare francese ha determinato un calo nelle importazioni nette di elettricità (-20,3%), facendo aumentare, seppur di poco la produzione nazionale. Produzione che nel 2016 è stata pari a 284,1 TWh (al netto degli apporti da pompaggio) e realizzata per circa il 62,0% utilizzando impianti termoelettrici tradizionali e per il 38,0% con impianti a fonti rinnovabili.

 

Dalle emissioni italiane e quelle europee

Dal punto di vista del calo di CO2, l’Italia risulta sopra la media europea del 2016, pari allo 0,4 per cento. Scandagliando le varie situazioni nazionali si scopre che i tagli più evidenti appartengono oggi a Malta e Bulgaria, rispettivamente meno 18,2 e 7 per cento. Seguono Portogallo (-5,7 per cento) e nel Regno Unito (-4,8 per cento). Dall’atra parte della classifica, ovvero dove le emissioni sono aumentate anziché calate, troviamo invece Finlandia (+ 8,5 per cento), seguiti da Cipro (+ 7,0 per cento), Slovenia (+ 5,8 per cento) e Danimarca (+ 5,7 per cento).