Le emissioni prodotte delle aziende che fanno parte dell’ETS sono cresciute dello dello 0,3% rispetto all’anno precedente
(Rinnovabili.it) – Le emissioni regolamentate nell’ambito del mercato del carbonio europeo sono salite nel 2017 per la prima volta in sette anni e la causa principale sarebbe una maggiore produzione industriale. Lo riporta la Reuters, citando i dati pubblicati martedì dalla Commissione Europea ed esaminati da analisti del settore. Circa il 45 per cento dell’emissione di gas serra dell’Unione Europea è regolato dal Sistema di Scambio di Emissioni (ETS – Emission trading system), che istituisce un meccanismo di tipo “cap&trade”: viene stabilito un tetto massimo di emissioni per gli impianti industriali e di produzione dell’energia, permettendo però ai soggetti di comprare e vendere attraverso aste le quote di emissioni, ossia crediti di CO2 con cui evitare di sforare il cap. Un meccanismo che nasce con la creazione del mercato del carbonio unitario nel 2003, in attuazione del Protocollo di Kyoto, per ridurre le emissioni nei settori più inquinanti.
Si prevede che proprio dall’ETS possa derivare un contributo di circa due terzi per la riduzione di CO2. Una cifra necessaria per raggiungere l’obiettivo dell’Unione Europea di riduzione del 20% di emissioni rispetto ai livelli del 1990. Secondo gli analisti le emissioni prodotte delle aziende che fanno parte dell’ETS, escluse le compagnie aeree, ammontano a 1.756 miliardi di tonnellate di CO2, con una crescita dello 0,3% rispetto all’anno precedente. Nonostante le emissioni legate alla produzione di energia e al riscaldamento siano scese dell’1 per cento, il dato complessivo e relativo al settore industriale, indica un aumento dell’1,8% delle emissioni. “L’economia europea è cresciuta del 2,5 per cento l’anno scorso. Proprio la solida crescita dell’economia in Europa ha portato a una maggiore attività con un conseguente aumento delle emissioni,” ha spiegato Ingvild Sorhus, analista Reuters.
Il sistema europeo di scambio delle quote di emissione pone un limite a circa 12.000 centrali elettriche, fabbriche, compagnie aeree e raffinerie. I dati pubblicati martedì scorso hanno rappresentato il 94 per cento delle aziende rientranti nel regime ETS. Ma la previsione degli analisti riguarda anche le emissioni del settore dell’aviazione. Queste ultime sono salite del 6,1 per cento nel 2017 per 65,2 milioni di tonnellate, a causa di un aumento del numero di voli. Le compagnie aeree incluse nell’ETS devono comunicare le emissioni per tutti i voli che partono e arrivano all’interno dell’UE. Includendo anche l’aviazione, il totale delle emissioni all’interno dell’ETS sono state 1.821 miliardi di tonnellate, in crescita dello 0,5 per cento su base annua.