(Rinnovabili.it) – Sono 38 mila le morti premature causate da malattie cardiache, polmonari e ictus collegate alle emissioni diesel fuori dalla norma. Cifre da capogiro quelle pubblicate dalla rivista Nature, che per le prima volta quantificano l’impatto sulla salute dei tanti dieselgate, sanzionati o meno.
In pratica, senza la frode che ha coinvolto Volkswagen e molte altre case automobilistiche riguardo ai test dell’inquinamento da ossidi di azoto, decine di migliaia di persone avrebbero potuto vivere più a lungo e forse evitare le malattie che ne hanno causato il decesso.
Il primo calcolo delle emissioni in eccesso rispetto ai test di laboratorio e dunque ai limiti di legge, accende un faro su tre zone del mondo in particolare: Europa, Cina e India. La maggior parte delle morti premature sono state registrate proprio nel vecchio continente, dove le auto sono il principale colpevole. Negli altri due paesi, i camion provocano la maggior parte dei danni.
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Ma se i veicoli avessero rispettato i limiti le cose non sarebbero andate molto meglio. I motori diesel causano ancora 70 mila decessi anzitempo ogni anno e, se non verranno messi in campo controlli severi queste cifre sono destinate a salire fino a 140 mila entro il 2040, perché le emissioni di NOx sono in aumento.
«Le conseguenze delle emissioni di ossidi di azoto in eccesso sulla salute pubblica sono sorprendenti», ha detto Susan Anenberg, analista della società di consulenza Environmental Health Analytics e membro di uno dei team che hanno redatto lo studio.
Ray Minjares, dell’International Council on Clean Transportation (ICCT) ha rincarato la dose: «I produttori sanno come costruire veicoli meno inquinanti, ma scelgono di non farlo».
La nuova ricerca copre l’80% del mercato mondiale dei veicoli diesel, in particolare paesi come l’Australia, il Brasile, il Giappone, il Messico e la Russia. Ma alcuni degli stati che non sono stati inclusi nell’analisi non hanno standard di emissione, il che lascia pensare che il numero delle morti per inquinamento da NOx sia più alto delle stime.
Le reazioni nel mondo dell’ambientalismo non si sono fatte attendere: secondo Julia Poliscanova, di Transport&Environment, «queste morti inutili sono causate dalla violazione delle norme da parte delle case automobilistiche, con i regolatori che chiudono un occhio».