Per il terzo anno di fila le emissioni di CO2 globali restano stabili, ma abbiamo già usato più di 2/3 della quota di emissioni disponibili per tenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2°C
(Rinnovabili.it) – Le emissioni di CO2 globali causate dai combustibili fossili e dall’industria restano sostanzialmente stabili per il terzo anno di fila. Nel 2015 si sono assestate a 36,3 gigatonnellate, mentre le proiezioni per l’anno in corso prevedono un aumento, benché modesto, dello 0,2%. Malgrado il segno positivo, l’incremento è ben distante dal ritmo incalzante del +3% che ha caratterizzato il primo decennio del nuovo millennio. Ma non è comunque una buona notizia per il clima.
I dati sono elaborati nell’ultimo rapporto di Global Carbon Budget, presentato stamattina alla COP22 di Marrakesh. Numeri che sono di “grande aiuto” per il contenimento del riscaldamento globale, scrivono gli scienziati climatici. “Ma è davvero troppo presto per dire che abbiamo raggiunto il picco di emissioni di CO2”, ha affermato Glen Peters del Centro per il clima internazionale e la ricerca ambientale di Oslo, co-autore dello studio.
Dall’altro lato, una CO2 stabile non è abbastanza per rispettare gli obiettivi globali sul clima. Secondo i calcoli di Global Carbon Budget bisogna scendere di almeno lo 0,9% entro il 2030. Altro aspetto che smorza qualsiasi precoce ottimismo è la concentrazione di CO2 in atmosfera: i livelli sono aumentati, l’anno scorso hanno segnato il record a 23 gigatonnellate che quest’anno dovrebbero salire a 25.
“Abbiamo già usato più di due terzi della quota di emissioni disponibili per mantenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2°C – si legge nel report con riferimento agli obiettivi fissati a Parigi – La quota rimanente sarà bruciata in meno di 30 anni ai livelli correnti di emissioni”. Dal 1870 a oggi l’uomo ha prodotto 2,075 Gt di CO2, di cui 40 soltanto nel 2016.