La Commissione europea ha messo gli interessi dell’industria davanti alla salute dei cittadini. Per questo la proposta sulle emissioni delle auto non rispetta la legge
(Rinnovabili.it) – I nuovi limiti per le emissioni di NOx dei motori diesel, che la Commissione europea sta considerando sulla scia dello scandalo Volkswagen, sono illegali.
Lo dice senza mezzi termini una analisi giuridica che alcuni europarlamentari della Commissione ambiente del Parlamento Ue hanno passato al Guardian. La testata britannica l’ha confrontata con un’altra, prodotta dalla ONG Client Earth, il cui giudizio è molto negativo: «La Commissione ha preso la decisione politica di favorire gli interessi commerciali dei produttori di automobili rispetto alla tutela della salute dei cittadini europei».
Il sistema di test delle emissioni proposto da Bruxelles, infatti, è un indebolimento della sua proposta originaria, già di per sé insufficiente. A spingere per annacquare i test e favorire l’industria non sono state soltanto le potenti lobby dell’automotive, ma anche i governi di alcuni Stati membri. Italia compresa.
Sta di fatto che la nuova direttiva, se passerà così com’è, permetterebbe alle auto diesel Euro 6 di sforare senza conseguenze penali i limiti di emissione: dal 2019 – anno in cui dovrebbero entrare in vigore – le auto potrebbero inquinare legalmente il doppio rispetto agli 80 mg/km che costituiscono il tetto per gli ossidi di azoto. Dopo il 2021, invece, virtualmente per sempre, potrebbero seguitare ad emettere il 50% in più.
I due documenti legali in mano al Guardian erano stati preparati in vista di un voto in plenaria a Strasburgo che avrebbe dovuto bloccare la proposta di Bruxelles. Ma giovedì scorso è arrivata la notizia di uno slittamento del voto a febbraio, frutto dell’intensa attività di lobbying da parte dell’industria.
Rebecca Harms, copresidente dei Verdi europei, ha detto che si tratta di «un colpo di stato contro processo decisionale democratico dell’UE», che danneggerebbe gravemente la sua credibilità di regolamentazione dopo lo scandalo dieselgate. Da adesso a febbraio, Socialdemocratici e Popolari puntano ad arrivare ad un compromesso con la Commissione Ue, anche se la Commissione ambiente è propensa a chiedere all’esecutivo comunitario una proposta completamente riformulata entro aprile.