(Rinnovabili.it) – C’è qualcuno in Europa che rema contro la messa a punto di un nuovo test delle emissioni auto, che i costruttori dovrebbero adottare dal 2017. Un sistema proposto dalla Commissione Europea, che ha subito catalizzato l’attenzione delle lobby dell’industria automobilistica, poco intenzionate a sottostare a regolamenti troppo restrittivi in materia di inquinamento. Tra i Paesi che stanno facendo i capricci c’è proprio l’Italia, come si evince dal nuovo rapporto dell’organizzazione Transport & Environment, che segue i negoziati in corso sul nuovo strumento europeo di misura delle emissioni.
«I Paesi dei costruttori, Italia e Germania, aiutati dalla Francia, vogliono indebolire gli standard di rilevamento della CO2 emessa delle auto – spiega Greg Archer, vehicles program manager di T&E – Se i governi decidono di anteporre gli interessi delle proprie industrie automobilistiche rispetto ai consumatori e all’ambiente, i veicoli saranno meno efficienti dal punto di vista dei consumi nel 2020, con un costo del carburante per gli automobilisti di circa 140 euro l’anno in più».
Transport & Environment ha elencato tutte le strategie per truccare le carte e ridurre l’efficacia del risultato del test. Se si ammette la ricarica completa della batteria prima del controllo si perde un 2% nella CO2 complessiva, ma peggio ancora è il tentativo di introdurre uno sconto immotivato del 4% rispetto al totale. Non finisce qui: i costruttori chiedono di utilizzare per il test un mezzo con peso inferiore a quello dell’auto venduta, per ottenere un taglio ulteriore del 4%. Oppure spingono per poter valutare la resistenza su un tracciato non orizzontale, ma in pendenza, in modo da perdere un altro 4% il consumo di carburante dichiarato.
Se il test messo a punto durante il negoziato fra Stati membri e Commissione ammettesse tutti queste concessioni, secondo gli ambientalisti di T & E il tetto di 95 grammi di CO2 per chilometro verrebbe alzato fino al 14% (108 g/km), con relativi consumi in più a carico degli ignari automobilisti, cui è stato presentato un prodotto con caratteristiche inverosimili. La decisione europea in merito ai criteri da adottare per il nuovo meccanismo di simulazione delle emissioni di CO2 dovrebbe arrivare il prossimo autunno. Vedremo se per allora l’Italia avrà deciso di assecondare le pressioni dell’industria o se invece si sarà redenta, evitando uno scarico dei costi sui cittadini.