Tribunale UE: “La Commissione non aveva il potere di modificare i limiti delle emissioni auto”
(Rinnovabili.it) – Il Tribunale dell’Unione europea ha appoggiato e accolto i ricorsi avanzati dalle autorità cittadine di Parigi, Bruxelles e Madrid contro una modifica della normativa europea sulle emissioni auto, che ritengono abbia di fatto aumentato l’inquinamento e in parte ribaltato il regolamento. La Commissione, infatti, ha stabilito i limiti di emissione degli ossidi di azoto da non superare durante le nuove prove delle emissioni in condizioni reali di guida (Real Drive Emissions), che non riflettono il livello effettivo delle emissioni inquinanti in condizioni reali di guida, ma prevengono l’eventuale uso di software falsificatori. Ma per il Tribunale UE, l’emendamento regolamentare del 2016 della Commissione europea, che ha innalzato i limiti di emissione delle automobili e dei furgoni, è andato oltre i poteri dell’esecutivo UE e ha infranto i diritti umani e altre leggi dell’Unione. Secondo quanto riportato in una nota stampa, il Tribunale conferma le azioni promosse dalle tre città europee e annulla in parte il regolamento della Commissione che ha fissato limiti di emissioni di ossido di azoto eccessivamente elevati per i test sui nuovi veicoli per passeggeri e su quelli commerciali leggeri. “La Commissione – si dichiara nella nota rilasciata dal Tribunale – non aveva il potere di modificare i limiti di emissione per gli Euro 6 per le nuove prove reali sulle emissioni di guida”.
>>Leggi anche Meno 40% di CO2: Strasburgo dice la sua sulla Direttiva emissioni auto<<
Le tre capitali europee hanno già adottato proprie restrizioni locali alla circolazione automobilistica per ridurre l’inquinamento atmosferico registrato nei loro territori, in particolare gli ossidi di azoto, noti come NOx ed emessi principalmente dai vecchi motori diesel. Il Tribunale ha stabilito l’annullamento soltanto della parte del regolamento 2016/646, che fissa i limiti di NOx, ma non delle altre parti della legislazione, nelle quali vengono stabilite le condizioni per i test. Adesso la Commissione Europea ha un anno di tempo per predisporre e definire gli emendamenti, un tempo ragionevole, secondo la sentenza del Tribunale, per modificare la regolamentazione in materia, considerata l’incertezza giuridica dovuta all’adozione di una nuova normativa e gli interessi dei consumatori e delle case automobilistiche.
La Corte ha, invece, respinto la richiesta di risarcimento di un euro simbolico avanzata dalla città di Parigi, che sostiene che l’azione della Commissione europea abbia danneggiato la sua immagine e la sua legittimità come istituzione: per il Tribunale non è stato provato l’esistenza di nessun danno e in ogni caso esso sarebbe ampiamente risarcito dall’annullamento della disposizione contestata.