(Rinnovabili.it) – Le emissioni di gas serra prodotte dalle 500 più grandi aziende del mondo sono salite del 3,1 per cento nel periodo 2010-2013. Lo riporta uno studio condotto da Reuters e BSD Consulting, una società di consulenza sulla sostenibilità globale. Dati molto lontani dai tagli sollecitati dalle Nazioni Unite per limitare il riscaldamento globale.
Il rapporto scrive che le prime 500 aziende per capitalizzazione, nel 2013 rappresentavano il 13,8 per cento delle emissioni di gas climalteranti del mondo e il 28 per cento del prodotto interno lordo.
«Quasi tutti noi utilizziamo prodotti di queste aziende – ha dichiarato Tim Nixon, direttore sostenibilità presso Thomson Reuters – Ci auguriamo che le aziende guarderanno questa relazione e si impegneranno al più presto con tutte le parti interessate per ridurre le emissioni».
Al vertice della classifica dei grandi emettitori di gas serra, nel 2013, sono saliti la PetroChina Co Ltd, la China Petroleum and Chemical Corp. e il produttore di acciaio ArcelorMittal.
Qualcuno è anche stato protagonista di comportamenti un po’ più virtuosi: le aziende multinazionali che hanno fatto registrare un calo di oltre il 10 per cento delle emissioni tra il 2010 e il 2013 sono state ConocoPhillips, Valero Energy Corp e Dominion Resources Inc.
Ma c’è anche una speciale classifica delle grandi imprese che meno hanno badato alla sostenibilità in quei 3 anni, aumentando la CO2 di oltre il 10 per cento. I produttori di metallo e i gruppi minerari guidano la lista nera, da Glencore alle russe Surgutneftegas e Exelon Corp. I dati vengono da stime fornite dalle imprese stesse e da quelle di Thomson Reuters ASSET4.
John Moorhead, executive manager di BSD, ha rilevato che molte delle prime 500 aziende, in particolare nel campo finanziario, delle tecnologie dell’informazione o delle telecomunicazioni, ha emissioni relativamente basse, ma ha detto anche che potrebbero avere una grande influenza sulle emissioni oltre i confini della propria azienda, nella scelta dei fornitori.