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Sulle emissioni inquinanti gli stati UE finiscono dietro la lavagna

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(Rinnovabili.it) – Europa promossa sul filo di lana, bocciati gran parte degli stati membri. È il bilancio dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, a seguito della diffusione dei primi dati relativi alle emissioni della direttiva NEC. La nuova direttiva limita le emissioni di cinque inquinanti atmosferici principali: ossidi di azoto (NOX), composti organici volatili non metanici (COVNM), biossido di zolfo (SO2), ammoniaca (NH3) e particolato fine (PM2,5). Si tratta di particelle che contribuiscono alla cattiva qualità dell’aria, il più grande rischio per la salute ambientale in Europa che causa di problemi respiratori e cardiaci, morti precoci e degrado di ecosistemi sensibili.

Secondo il rapporto dell’AEA, che si basa su numeri relativi al 2015 presentati da 23 stati membri, a sforare i limiti nazionali della Direttiva NEC per uno o più inquinanti sarebbero quasi la metà: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Ungheria, Irlanda, Lussemburgo, Spagna e Svezia.

 

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Sei paesi hanno superato il tetto di emissioni per tre inquinanti pericolosi come ossidi di azoto, composti organici emissionivolatili e ammoniaca. Rispetto ai trend 2020 e 2030, le cose non vanno meglio: 18 stati UE rischiano di non centrare il primo target di riduzione delle emissioni, e la cifra sale a 22 considerando la frontiera del 2030. Eppure la direttiva NEC è piuttosto generosa, perché ha esteso al 2019 i tetti istituiti per il 2010, ponendo limiti più stringenti solo a partire dal 2020.

Nel complesso, l’Italia è una dei paesi che hanno svolto meglio i compiti a casa. Tuttavia, servono sforzi più concreti per soddisfare gli obiettivi 2020 per i composti organici volatili non metanici. Spostando lo sguardo al 2030, i possibili sforamenti sono previsti per le emissioni di ammoniaca (prodotta dal settore agricolo) e dal particolato fine.

Per l’UE nel suo complesso, tuttavia, le emissioni di tre inquinanti (COVNM, SO2, e PM2,5) sono già al di sotto dell’impegno assunto per il 2020. Un ulteriore e più significativo lavoro resta da fare soltanto per per gli NOX. Per il 2030, invece, le politiche da mettere in piedi sono ancora insufficienti.

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