Rinnovabili

Emergenza Rifiuti, un labirinto di proroghe

È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 11 del 14 gennaio 2013 il decreto legge 14 gennaio 2013, n. 1, recante “Disposizioni urgenti per il superamento di situazioni di criticità nella gestione dei rifiuti e di taluni fenomeni di inquinamento ambientale”.

Un decreto d’urgenza composto da tre articoli, nato, secondo quanto affermato nel comunicato stampa del Consiglio dei ministri per superare situazioni di criticità nella gestione dei rifiuti esistenti in varie zone del territorio del Paese. Le criticità sono la conseguenza, tra le altre cose, di un sistema di organizzazione, gestione e smaltimento con vincoli stringenti, spesso maggiori rispetto a quelli comunitari. Il provvedimento tende a intervenire sui vincoli maggiormente restrittivi, temperandone temporaneamente gli effetti, restando entro le soglie del diritto UE, in modo tale da impedire che, unitamente alla scadenza di alcuni termini previsti dalla legge in materia di gestione dei rifiuti, si possano aggravare ulteriormente le criticità.

L’articolo 1, comma 1 interviene sulla situazione dei rifiuti campana e proroga al 30 giugno 2013 la durata della fase transitoria prevista, sino al 31 dicembre 2012, dall’art. 11, comma 2-ter, del decreto-legge n. 195 del 2009, durante la quale le sole attività di raccolta, di spazzamento e di trasporto dei rifiuti e di smaltimento o recupero inerenti alla raccolta differenziata continuano ad essere gestite, secondo le attuali modalità e forme procedimentali, dai comuni della regione Campania, in luogo del subentro in tali funzioni da parte delle province, come previsto dal comma 2 del medesimo articolo 11. Decorso il temine, si applicheranno, anche sul territorio della Regione Campania, le disposizioni contenute dall’art. 19 del decreto-legge n. 95 del 2012, che attribuisce ai Comuni l’organizzazione e la gestione dei servizi di raccolta, avvio e smaltimento e recupero dei rifiuti urbani e la riscossione dei relativi tributi.

Tale disposizione sarebbe stata creata per evitare pericolose paralisi nelle attività di gestione dei rifiuti urbani nella Regione Campania.

Il comma 2 proroga di un ulteriore anno, cioè al 31 dicembre 2013, il termine previsto dall’art. 6, comma 1, lettera p), del decreto legislativo n. 36 del 2003 di entrata in vigore del divieto di smaltimento in discarica dei rifiuti (urbani e speciali) con PCI (Potere calorifico inferiore) superiore a 13.000 kJ/Kg. Il divieto è stato differito di un anno per consentire la gestione in discarica anche di questa tipologia di rifiuti provenienti da diversi settori industriali produttivi (industria alimentare, cartaria, tessile nonché dei flussi di rifiuti derivanti dal trattamento e recupero di rifiuti in particolare veicoli a fine vita), per i quali sino ad oggi, per effetto di ripetute proroghe dell’entrata in vigore della norma, la discarica ha rappresentato l’unica soluzione praticabile.

L’articolo 2, comma l, proroga al 31 dicembre 2013, alcune gestioni commissariali in deroga al divieto di cui all’articolo 3, comma 2, del decreto-legge n. 59 del 2012.

Tali gestioni commissariali riguardano gli interventi urgenti di messa in sicurezza e bonifica delle aree di Giugliano in Campania (Napoli) e dei Laghetti di Castelvolturno (Caserta); la situazione di inquinamento dello stabilimento Stoppani, sito nel comune di Cogoleto in provincia di Genova e il naufragio della nave da crociera Costa Concordia nel comune dell’Isola del Giglio. Si dispone, inoltre, che sino allo stesso termine, continuino a produrre effetti i provvedimenti connessi alle citate ordinanze.

La proroga di cui al comma in esame, si ribadisce, avviene in deroga al divieto di proroga o rinnovo di cui all’articolo 3, comma 2, del decreto-legge n. 59 del 2012, secondo il quale le gestioni commissariali, non sono suscettibili di proroga o rinnovo, se non una sola volta e comunque non oltre il 31 dicembre 2012.

È chiaro che si tratta di un decreto di proroghe, che dimostra per l’ennesima volta come la gestione di rifiuti e delle questioni ambientali in generale, siano una emergenza prorogata nel tempo; piuttosto che accelerare la soluzione dei problemi, all’ultimo minuto si proroga la scadenza. Viene da chiedersi se nel frattempo era stato fatto qualcosa.

 

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