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Emendamento Trivelle, Regioni: aiuta ma non basta

Trivelle selvagge, la direttiva sulla sicurezza è troppo debole

 

(Rinnovabili.it) – L’emendamento trivelle inserito nella legge di Stabilità ha lasciato dietro di sé molti scontenti: in primis il Coordinamento Nazionale No Triv che ha spiegato recentemente gli invisibili trabocchetti che il provvedimento contiene al suo interno. Una sorta di trucchi da illusionista che se da un lato fanno credere di accogliere i quesiti referendari, dall’altro rilanciano le attività petrolifere in terraferma e in mare.

E anche le Regioni, le prime ad aver accolto con soddisfazione la nuova misura governativa, oggi fanno un passo indietro per dire: “così non va”. E’ infatti questo il succo della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome tenutasi ieri a Roma. La riunione a cui hanno preso parte i delegati delle dieci Regioni depositarie del referendum abrogativo, si è resa necessaria proprio per fare il punto alla luce dell’emendamento del Governo al ddl stabilità che interviene sulle norme oggetto dei quesiti referendari ed in vista dell’udienza in Corte Costituzionale del 13 gennaio 2016.

 

“L’emendamento proposto dal Governo e contenuto nella legge di stabilità – ha affermato Piero Lacorazza, presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Regione capofila dell’iniziativa referendaria – rappresenta un passo avanti nella direzione auspicata del ritiro di alcune norme che ledono fortemente i diritti delle Regioni e costituiscono un grave pericolo per l’ambiente”. Tuttavia, continua Lacorazza, l’incontro ha messo in luce alcune criticità che non sembrano essere state sciolte dall’intervento normativo e che saranno oggetto di una memoria di prossima presentazione alla Corte costituzionale. “In particolar modo, – spiega il presidente – in merito alla sterilizzazione del piano delle aree, alla durata di vita utile del giacimento, al doppio rilascio dei titoli concessori”.

 

Gli fa eco Gianfranco Ganau presidente del Consiglio regionale della Sardegna che al termine della riunione del Comitato promotore del referendum ha dichiarato: “Le modifiche adottate dal Governo sono un primo grande risultato dell’azione congiunta dei consigli regionali ma abbiamo deciso di proseguire nell’azione intrapresa perché riteniamo che ci siano margini per ulteriori miglioramenti della normativa nazionale”.Per questi motivi in vista dell’udienza calendarizzata presso la Corte Costituzionale è stata indetta una conferenza stampa per venerdì 8 febbraio 2016, alle ore 11.00, a Roma nella sede della Conferenza.

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