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ELUTE misura la presenza di inquinanti nell’ambiente

Il programma Ue ELUTE supporta i giovani ricercatori impegnati a valutare in che modo le sostanze inquinanti perdurino nell'ambiente e influenzino la salute della popolazione

ELUTE(Rinnovabili.it) – Per tenere sotto controllo le sostanze inquinanti e valutarne l’impatto ambientale, oltre che la persistenza nel tempo, l’Europa ha dato vita al progetto ELUTE.  L’iniziativa finanziando giovani ricercatori sta cercando di valutare se alcuni composti chimici perdurano nell’ambiente e in che misura possono rappresentare una minaccia per la salute umana.

Le indagini stanno prendendo ad esempio in considerazione i ritardanti di fiamma brominati (BFR), usati per per la realizzazione di prodotti di consumo in plastica, schiuma, legno e tessuti i BFR impediscono la combustione e rallentano la propagazione del fuoco. I ritardanti di fiamma, è ormai certo, causano gravi danni alla salute e l’Europa pur limitandone l’utilizzo ne riconosce la lunga permanenza nell’ambiente e quindi il potenziale tossico per la popolazione la salute.

 

Vista l’importanza delle indagini il programma di dottorato industriale europeo Marie Curie dell’UE ha deciso di assegnare una sovvenzione di 1,2 milioni di euro a quattro giovani ricercatori provenienti da Asia, Australia ed Europa nell’ambito del progetto ELUTE (“Elucidating Sources & Pathways of Environmental Contamination with Brominated Persistent Organic Chemicals Using Advanced Instrumental Tools”). Oltre ad indagare sulla pericolosità della permanenza di alcune sostanze in natura, il denaro ottenuto dal progetto ELUTE verrà impiegato per la ricerca di metodologie che aiutino a identificare la presenza di questi inquinanti e fino a che punto essi si degradano o persistono.

Come in Europa anche in altre parti del mondo la ricerca sull’impatto degli inquinanti nel territorio è al centro di numerosi studi e progetti. E’ il caso ad esempio di un recente studio condotto dalla Indiana University School of Public and Environmental Affairs, negli Stati Uniti, che partendo dall’osservazione della corteccia degli alberi ha analizzato la presenza e la persistenza di alcune sostanze chimiche determinando che la concentrazione di BFR aumenta all’aumentare della densità abitativa delle aree circostanti.

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